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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 21:30.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2013 alle ore 14:38.

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Decadenza Berlusconi, il Pdl: crisi dipende da Pd. Letta: ottimista su durata Governo

Dopo oltre due ore di discussione, non si é trovato all'ufficio di presidenza della giunta per le Elezioni e le immunità del Senato - organo di programmazione - l'accordo sul calendario da seguire per l'esame della decadenza di Silvio Berlusconi. È mancata l'unanimità. Tutto rinviato a lunedì pomeriggio quando, secondo le indicazioni fornite dal presidente della Giunta Dario Stefàno, la giunta si riunirà. È il risultato di una mediazione fra chi spinge per accelerare (il Movimento 5 stelle, che voleva una riunione già in mattinata e chiede l'applicazione "immediata" della legge Severino) e chi per rallentare (il Pdl, che aveva proposto una convocazione serale e poi non più di una seduta a settimana). È evidente, osserva il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che «il passaggio di lunedì sarà cruciale».

Lunedì la Giunta decide calendario lavori
E ora che cosa accade? Essendo mancata l'unanimità in ufficio di presidenza, sarà la Giunta a decidere il suo calendario, nella giornata di lunedì. Si partirà con la proposta di relazione del pidiellino Andrea Augello, poi ci sarà spazio per gli interventi in discussione generale, venti minuti a testa per chi tra i 23 componenti (compreso il presidente) vorrà parlare già in giornata senza studiare prima i contenuti della proposta Augello. Poi la decisione sul calendario.

Stefàno: possibile approfondire proposta relatore
Il Pdl punta a far slittare all'autunno il voto sulla decadenza. Alla domanda se il voto sarà entro settembre, Stefàno risponde: «Non sono in grado di valutare la tempistica, non abbiamo un termine, il regolamento non lo prevede». Voto politico dalla Giunta? «Non credo lo sarà e non credo debba esserlo - risponde -. Dobbiamo esprimerci nel merito. Il mio impegno è che tutti i componenti siano nelle condizioni di esprimersi nel merito».

Giarrusso (M5s): Pdl voleva una seduta a settimana
«Il Pdl voleva una riunione a settimana della Giunta, alla fine abbiamo deciso che al termine della riunione di lunedì si voterà per decidere come procedere», spiega Mario Michele Giarrusso, senatore dell'M5S, al termine della riunione dell'Ufficio di presidenza.

Schifani: pronti a crisi? No, dipende tutto dal Pd
Piu in meno in contemporanea alla fine del Consiglio di presidenza della Giunta per elezioni di Palazzo Madama, è terminata anche l'assemblea dei senatori del Pdl, la cui linea è così sintetizzata dal capogruppo Renato Schifani: «Non siamo pronti a nessuna crisi di governo, naturalmente tutto dipende dal comportamento degli altri partiti. La nostra posizione è chiara». Schifani lancia un messaggio al Pd: rifletta sulle parole del ministro Cancellieri a proposito della costituzionalità della legge Severino e non si chiuda in una «pericolosa sordità». Replica Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd. «Evidentemente nel Pdl sono sordi e ciechi. Abbiamo illustrato chiaramente e più volte la nostra posizione, e non cambia. È dunque il Pdl che deve porsi il problema. A loro spetta la responsabilità di separare le sorti del Governo di servizio dalle vicende personali di Berlusconi». Ad alzare la voce è il senatore Altero Matteoli: «Se cade Berlusconi cade anche il Governo».

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