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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2013 alle ore 17:16.

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A poche ore dall'avvio, fissato per lunedì alle 15 al Senato, del procedimento sulla decadenza di Silvio Berlusconi è stato depositato presso la Giunta per le elezioni e immunità del Senato il ricorso della difesa del leader del Partito delle libertà alla Corte di Strasburgo dei diritti dell'uomo.

Una mossa che rende ufficialmente noto quanto più volte dichiarato dagli stessi legali e che entrerà a fare parte degli argomenti di chi intende trasformare il passaggio davanti alla Giunta in un nuovo e anomalo grado di giudizio. Da parte dei senatori Pdl verrà infatti prevedibilemte sostenuto che, nel rispetto del diritto di difesa dell'imputato Berlusconi, prima di una decisione sulla decadenza andrà atteso il verdetto dei giudici europei che arriverà solo nei prossimi mesi.

Questi ultimi saranno soprattutto chiamati a dirimere la questione, che ha acceso anche il confronto tra giuristi in queste settimane, sulla natura retroattiva della Legge Severino che prevede la decadenza da parlamentare per i condannati a titolo defintivo con pena superiore a 2 anni. Se considerata di natura penale, la norma non potra essere applicata a reati commessi prima della sua entrata in vigore (ed il caso della frode fiscale per la quale l'ex premier è stato condannato); se giudicata invece di natura amministativa, la legge Severino scatterà immediatamente.

Per la difesa di Berlusconi, che sposa la natura penale della misura, la Legge Severino è in contrasto con l'articolo 7 della Convenzione dei diritti dell'uomo dal titolo «Nessuna pena senza legge» in base al quale, tra l'altro, «nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale».

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