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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2013 alle ore 09:12.

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TOKYO - Ultime ore prima dell'attesissima scelta del Cio - tra Tokyo, Madrid e Istanbul - sulla città che ospiterà i Giochi Olimpici estivi del 2020: una decisione destinata a diventare "market-mover" sia sul breve sia a più lungo termine.
Generalmente, Tokyo viene data in vantaggio su Madrid, con Istanbul come outsider, ma fino all'ultimo, come successo più volte in passato, potrebbero esserci sorprese.

Nell'immediato, l'impatto più forte dovrebbe manifestarsi sui mercati giapponesi.
Okasan Securities ha compilato un indice speciale che comprende 79 titoli azionari che probabilmente beneficerebbero della scelta di Tokyo come città ospitante: questo indice è salito più del Nikkei da inizio anno: +43% contro +29 per cento. Una delusione potrebbe innescare vendite proprio in questa direzione, mentre una decisione favorevole dovrebbe attirare un maggior numero di investitori.

Gli analisti, in generale, prevedono già per lunedì, in caso di vittoria della capitale nipponica, un rialzo del Nikkei, accompagnato da un indebolimento dello yen (in quanto gli investitori sul breve termine con maggiore propensione al rischio dovrebbero vendere la divisa nipponica). Tuttavia, sui mercati valutari in casi simili gli effetti sono stati di breve durata e anche la spinta sulle Borse è durata qualche mese, prima di una pausa con successiva ripresa. Inoltre un fattore-chiave (come il probabile attacco Usa alla Siria) dovrebbe avere un impatto più forte non appena si materializzasse, annullando anche il sollievo arrivato dalla prospettiva che la Fed potrebbe non avere fretta nel limitare i suoi acquisti di Treasuries (dopo gli ultimi dati relativamente deboli sull'occupazione Usa).

Il governo del premier Shinzo Abe e l'amministrazione metropolitana di Tokyo tengono moltissimo a ospitare un evento considerato in grado di rilanciare il Paese e la sua capitale, rafforzando da subito aspettative positive su consumi e investimenti pubblici e privati e quindi idoneo a dare un contributo al'annosa lotta alla deflazione. Secondo alcuni analisti, una vittoria renderebbe sicuro il previsto aumento dell'imposta sui consumi che sarà deciso a inizio ottobre: il Governo dovrà infatti assicurarsi una più ampia base di reperimento di risorse per una accelerazione degli investimenti pubblici in infrastrutture. E le Olimpiadi rappresenteranno l'occasione perfetta per il "partito dei lavori pubblici" (il soprannome del Partito Liberaldemocratico di cui il premier è presidente) per rafforzare il secondo pilastro del'Abenomics: quello degli stimoli statali all'economia.

Pro e contro. Tokyo ha promesso Olimpiadi "downtown", ossia molto compatte, con la maggior parte degli eventi entro un ristretto raggio in piena città. I suoi punti di forza sono anche la sicurezza complessiva, l'afflato tecnologico e ambientale, le eccellenti infrastrutture, la forza finanziaria, il consenso pubblico interno che appare cresciuto rispetto al tempo in cui perse la gara per le Olimpiadi del 2016 (ma che resta tiepido, nel Paese, fuori Tokyo). Tra gli handicap, spicca l'effetto negativo delle notizie allarmanti provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima nelle ultime settimane, tanto che il governo è intervenuto la settimana scorsa per assicurare che non lascerà più solo alla Tepco la responsabilità delle operazioni alla centrale e stanzierà soldi pubblici addizionali; inoltre potrebbe pesare il fatto che le Olimpiadi invernali del 2018 si terranno molto vicino, in Corea del Sud. La candidatura di Istanbul è parsa indebolita sul fronte della sicurezza in seguito alla guerra civile nella confinante Siria e alla recente conflittualità interna, ma trova consensi presso coloro che vogliono "fare epoca" assegnando per la prima volta a un Paese a religione islamica le Olimpiadi, che per di più si svolgerebbe "tra due continenti", Europa e Asia. Madrid può contare sul fatto che le infrastrutture sono già largamente realizzate, il che attutisce l'impressione negativa derivante dalla crisi economico-finanziaria dell'area euro mediterranea e dalla mancanza di un forte consenso interno. Tutte e tre le città, peraltro, non prospettano un clima ideale, nelle loro calde estati, per gli atleti: dettaglio che quindi diventa insignificante.

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