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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2013 alle ore 16:00.
L'ultima modifica è del 07 settembre 2013 alle ore 09:45.

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Grillo (Ansa)Grillo (Ansa)

Srotolano sul pavimento di Piazza Montecitorio lo striscione con la scritta: "La Costituzione è di tutti". Ad attenderli i militanti. Finisce così la protesta di 12 deputati grillini contro il ddl per le riforme costituzionali che, a loro avviso, aggira l'articolo 138 della Carta. I deputati hanno occupato la terrazza di Montecitorio, adiacente al campanile. Il vicepresidente pentastellato della Camera, Luigi Di Maio, replica alle osservazioni della presidente della Camera, Laura Boldrini, che ieri ha fatto notare come non solo l'occupazione fosse un fatto grave ma anche che avrebbe comportato dei costi. «Quelli certificati fino a ieri a mezzanotte dal questore sono zero, poi dovete mettere due dipendenti a 65 euro a dipendente», afferma Di Maio. Arriva la telefonata di Grillo: «Bravi ragazzi, sono fieri di voi».

La nota dei questori: alle sanzioni per M5s aggiungere i costi
Immediata la replica dei questori della Camera. «Di fronte alla nuova affermazione del vicepresidente Luigi Di Maio circa la insussistenza di oneri derivanti dalla iniziativa dei deputati del Movimento 5 Stelle - si legge in una nota di Montecitorio -, i Questori della Camera, Stefano Dambruoso, Paolo Fontanelli e Gregorio Fontana, sottolineano che i costi della manifestazione, iniziata nel tardo pomeriggio di ieri, ci sono e comportano oneri economici legati alle attività tecniche, di sicurezza ed al presidio di pronto soccorso predisposte per l'occasione. A questi - continua la comunicazione - si aggiungono i vistosi riflessi organizzativi connessi alle maggiori prestazioni orarie che avranno conseguenze sull'attività amministrativa. I costi saranno a breve compiutamente contabilizzati. Quando l'Ufficio di Presidenza discuterà il tema delle eventuali sanzioni nei confronti dei responsabili della manifestazione i Questori chiederanno che venga aggiunto anche il risarcimento dei costi sostenuti dall'Amministrazione della Camera».

La Guida di Grillo contro gli aperturisti
Intanto Grillo attacca ancora chi nel Movimento 5 Stelle apre a un dialogo con le altre forze politiche. "Guida per parlamentari M5S autostoppisti eventualmente dispersi a Roma". Beppe Grillo, sul suo blog, torna così ad attaccare i cosiddetti "aperturisti" del Movimento, pubblicando un passaggio del «Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" liberamente sottoscritto pubblicamente da tutti i candidati prima - rimarca - delle elezioni politiche per poter partecipare: "I gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle non dovranno associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi"». Il messaggio del leader è chiaro: nessuna alleanza. Una mossa che punta a chiarire la sua posizione, proprio quando si fa forte il tam tam che, nel caso in cui il Pdl decidesse di far saltare il tavolo del Governo, ci potrebbe essere un Letta bis, con la copertura politica di altre forze politiche, tra cui M5s. Ma l'ex comico chiude in maniera categorica a questa ipotesi.

La citazione di Cicerone
Tant'è che, in un editoriale che apre il bollettino settimanale degli articoli pubblicati sul suo blog, l'ex cpmico ricorre a Cicerone: «Una nazione può sopravvivere ad i suoi imbecilli e anche ad i suoi ambiziosi, ma non può sopravvivere al tradimento dall'interno. Un nemico alle porte é meno temibile perché mostra i suoi stendardi apertamente contro la città. Ma per il traditore che si muove tra quelle la porta é aperta, il suo mormorio si sposta dalle strade alle sale del governo stesso. Perché il traditore non sembra un traditore».

Sulla nomina dei 4 senatori a vita: su quali basi? Perché non Dario Fo?
Non solo Letta bis. Il leader di M5s torna sulla nomina di quattro senatori a vita da parte di Giorgio Napolitano. «Perché non Dario Fo senatore a vita?», chiede Grillo al capo dello Stato in un post sul suo blog. Così dà spazio «a un tarlo che mi rode da giorni. Dario - sottolinea - avrebbe rifiutato, va bene, ma il gesto andava fatto. Se non lui, uno dei due Nobel italiani in vita, chi altri? Questo è uno sgarbo istituzionale, non una scelta. Perché non Dario Fo? Forse perché è un uomo libero, non condizionabile? La decisione è stata presa su che basi? Mistero», scrive. Grillo assicura di avere «il massimo rispetto» per i 4 senatori a vita nominati. Tuttavia, evidenza, «il sospetto che siano state nominate per un voto sicuro a un futuro governo del pdmenoelle, un Letta bis o un Amato, l'ex tesoriere di Craxi, eterno cavallo di ritorno, è forte».

Senatori a vita con diritto di voto alterano equilibri democrazia
E poi, continua il leader 5 Stelle, «sono contrario alla nomina di senatori a vita con diritto di voto che alterano gli equilibri della democrazia popolare. Un'usanza medioevale e antidemocratica. Si possono magnificare con titoli roboanti, tipo Gran Baronetto del Quirinale o Immenso Cavaliere di Palazzo Madama, ma senza diritto di voto, quello no».

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