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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2013 alle ore 10:19.

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Grecia: Schaeuble esclude un nuovo taglio del debito ma non nuovi aiuti

Forse saranno state le pressioni della Bce, ma il ministro Schaeuble ha deciso di escludere un nuovo taglio del debito greco alla vigila del voto tedesco previsto il 22 settembre. Un nuovo taglio del debito greco non ci sarà, poiché non servirebbe alla Grecia e spaventerebbe gli investitori e i mercati. Lo scrive in un articolo per il settimanale tedesco "Focus" il potente ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble (Cdu), spiegando che per prima cosa bisogna attendere la scadenza del piano di aiuti in corso alla Grecia (il secondo da 130 miliardi di euro) nel 2014.

«Nel caso in cui fossero necessari altri aiuti», scrive il ministro, ipotesi da lui stesso ventilata recentemente «siamo in linea di principio disponibili, se la Grecia rispetta i suoi impegni». Insomma meglio altri soldi o più tempo per pagare che il taglio del debito che viaggia al 170% del Pil.

Schaeuble afferma poi in maniera categorica che «un secondo taglio del debito non ci sarà, poiché spaventerebbe gli investitori e farebbe aumentare i tassi di interesse. Un secondo taglio del debito (dopo quello da 100 miliardi di euro, il maggiore della storia moderna) non è nemmeno nell'interesse della Grecia», che può uscire dalla crisi con le misure già adottate. La conclusione di Schaeuble è che «chiunque parla di un taglio del debito, mette a rischio tutto questo». Parole sante, ma forse sarà stata la Bce a chiedere questa precisazione al ministro.

Fallita la speculazione contro l'euro
Inoltre, secondo il ministro delle Finaze tedesco, la speculazione contro l'euro è fallita e chi ci ha provato si è scottato le dita. «Tutti coloro che scommettendo contro l'euro volevano arricchirsi, diffondendo il panico nell'opinione pubblica, hanno fatto una speculazione completamente sbagliata», sostiene Schaeuble. «L'Unione monetaria non andrà in pezzi, al contrario, l'Europa con la crisi ha ulteriormente serrato le file e continuerà a farlo», aggiunge il ministro, secondo il quale tuttavia la crisi «non è ancora passata», anche se l'Europa «oggi sta meglio di quanto osavamo immaginare tre anni fa al momento dello scoppio della crisi».

«Le riforme e i risparmi di bilancio cominciano a produrre effetti», spiega Schaeuble, sottolineando che il deficit di bilancio medio nell'Eurozona si è quasi dimezzato rispetto al 2010. «La competitività aumenta ed i costi del lavoro si riducono, come pure gli squilibri economici», rivela il ministro, che per l'Italia e la Spagna vede segnali di miglioramento. Il Paese iberico, in particolare, ha «aumentato le sue esportazioni più di ogni altro grande Paese dell'Eurozona», spiega Schaeuble, mentre «per la prima volta da due anni a questa parte la disoccupazione è diminuita».

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