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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2013 alle ore 15:47.

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Catena umana in Catalogna per il referendum sulla secessione - Foto

Barcellona vuole lasciare Madrid e oggi, giorno della festa nazionale catalana, si svolgerà una catena umana da nord a sud della regione, lungo un percorso di 400 km. A qualche ora dalla manofestazione organizzata dagli indipendentisti catalani a sostegno del referendum secessionista per decidere se la Catalogna, o qualunque altra comunità autonoma, debbano continuare a far parte della Spagna, il presidente della regione Artur Mas torna ad affermare che «ogni soluzione passa per le urne». Confermando una riunione del 29 agosto con il premier spagnolo Mariano Rajoy, i cui contenuti «devono restare segreti», Mas dichiara di «non vedere la volontà politica» da parte di Madrid di rispondere ai bisogni della Catalogna. Il presidente della Catalogna ribadisce quindi di voler proseguire il percorso legale per organizzare un referendum l'autodeterminazione nel 2014. Se Madrid continuerà ad opporvisi, ha aggiunto, le prossime elezioni regionale del 2016 in un "plebiscito" con un programma che includa anche l'autodeterminazione.

Il 52% dei catalani è a favore dell'indipendenza e l'80,5% è d'accordo a consentire la convocazione di un referendum sulla sovranità, secondo un sondaggio realizzato dall'Osservatorio di MyWord per la radio Cadena Ser, in concomitanza con la Diada, festa nazionale catalana, che commemora la caduta di Barcellona nelle mani dell'esercito borbonico nella guerra di successione del 1714. Il 59,7% degli intervistati sarebbe a favore della consultazione popolare, anche se questa fosse dichiarata incostituzionale. L'appoggio all'indipendenza cala di poco, anche nel caso in cui lo Stato chiudesse con la Catalogna un accordo fiscale simile a quello esistente nei Paesi Baschi o un'intesa per migliorare il sistema di finanziamenti: il 47,4% dei catalani continuerebbe infatti essere a favore della secessione.

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