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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 22:42.

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Il parere del giurista: non dare seguito alla sperimentazione

«L'unico modo di dare attuazione alla legge in modo costituzionalmente corretto è non dare seguito alla sperimentazione». È nettissimo il giurista Amedeo Santosuosso, uno dei sedici componenti del comitato scientifico sulla sperimentazione del metodo Stamina nominato dal ministro della Salute lo scorso luglio.

Che cosa comporta la vostra unanime bocciatura?
La mia opinione, da giurista, è che non dando seguito alla sperimentazione si dà attuazione alla legge 57/2013. Perché il presupposto della legge, nel momento in cui autorizza la sperimentazione di «medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali», è che si stia parlando di una cosa scientificamente fondata. Lo sperimentatore si deve sottoporre sempre a un giudizio etico-scientifico, altrimenti una sperimentazione non può partire. È una regola prevista in varie leggi italiane ed europee e corrisponde alla logica di alcune sentenze della Corte costituzionale, secondo cui l'attività medica ha legittimità in quanto si basa sugli articoli 9 e 33 della Costituzione che parlano di libertà di ricerca scientifica. Scientifica. Il presupposto di scientificità è a monte di tutto.

Dunque se la ministra decidesse di avviare la sperimentazione sbaglierebbe?
Violerebbe non solo la logica, non solo i criteri scientifici, ma quello che la Corte costituzionale ha affermato in svariate occasioni. L'unico modo per dare applicazione alla legge è verificare la scientificità di ciò che si vuole sperimentare. Poiché è stato appurato che non c'è, la legge si applica non procedendo con il passaggio successivo. Il nostro parare non è vincolante per il ministro ma, arrivando dai massimi esperti italiani in materia, è sicuramente vincolante dal punto di vista scientifico.

E il precedente Di Bella?
Non è un precedente perché in quel caso si trattava di una multiterapia a base di farmaci noti di cui si assumeva l'efficacia in dosaggi e combinazioni diverse. Qui si parla di una cosa completamente diversa: di cellule che si assumono derivate e trattate in un certo modo. Per quanto fosse strana la multiterapia Di Bella, era infinitamente più vicina alla pratica clinica di quanto non sia Stamina.

Vannoni ha detto che ricorrerà al Tar perché tanti componenti del comitato si erano espressi in passato contro Stamina...
Io non mi ero espresso contro Stamina. Io ho criticato i giudici che hanno ordinato il trattamento in modo infondato giuridicamente. Perché si sono affidati a dichiarazioni sulla presunta efficacia di quelle terapie che venivano dai familiari e dai medici curanti senza nominare un esperto, un perito. I giudici non possono decidere sulla base del diritto alla salute: la Corte costituzionale dice che il diritto alla salute si realizza attraverso i trattamenti medici e oggi la medicina è scientificamente fondata. Il ricatto morale presentato al giudice - "se non fa questo ci saranno conseguenze irreparabili" - è una forma di pressione. Quelle conseguenze irreparabili non dipendono dai giudici ma dal fatto che alcune persone si trovano in condizioni di salute tristissime. Ma questo non significa che deve essere autorizzato a spese del Servizio sanitario nazionale qualcosa che non ha alcun fondamento.

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