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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 12:30.

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Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e il presidente siriano, Bashar al Assad (Afp)Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e il presidente siriano, Bashar al Assad (Afp)

Dopo giorni di estrema cautela in cui i suoi ispettori avevano appurato «l'uso di armi chimiche ma non si sa da chi», il segretario Onu Ban Ki-moon attacca il presidente Bashar Assad, a 24 ore dall'editoriale di Putin sul New York Times che sembrava tracciare la linea del compromesso fra Washington e Mosca. «Sono convinto che il rapporto degli esperti Onu dimostrerà in maniera schiacciante che sono state usate armi chimiche in Siria» dice il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il presidente siriano Assad, dice Ban, ha commesso «numerosi crimini contro l'umanità», «sono sicuro che ci sarà un processo per accertare le sue responsabilità quando tutto sarà finito». I vertici delle Nazioni Unite abbandonano almeno formalmente l'equidistanza fra le parti siriane, ma Ban non attribuisce direttamente al presidente siriano la responsabilità per l'attacco chimico del 21 agosto costato la vita a 1.400 civili, motivo della minaccia Usa di raid, oggetto del rapporto che Ban auspica di avere presto, e che soprattutto ha portato alla crisi delle ultime settimane che ora si tenta di ricomporre in via diplomatica a Ginevra fra Lavrov e Kerry.

Dopo la pubblicazione del rapporto Onu, Damasco ha solo 24 ore
Entro 24 ore dall'approvazione della risoluzione da parte del Consiglio di Sicurezza Onu il governo di Damasco deve dichiarare di essere d'accordo a mettere l'arsenale chimico sotto controllo della comunità internazionale per smantellarlo. Lo afferma una nuova bozza stilata dalla Francia dopo le consultazioni con Stati Uniti e Gran Bretagna.

A Ginevra
I rappresentanti di Russia e gli Stati Uniti si incontreranno a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu, a fine settembre a New York, per fissare la data dei colloqui di pace sulla Siria da tenersi a Ginevra, ha reso noto oggi il segretario di stato Usa, John Kerry, da Ginevra, dopo un nuovo colloquio con il collega russo, Serghei Lavrov, e l'inviato internazionale per la Siria, Lakhdar Brahimi. Nella conferenza stampa congiunta, Lavrov ha ringraziato Kerry per aver compreso l'importanza di procedere sulla strada della diplomazia. Brahimi ha aggiunto che il lavoro per mettere sotto controllo l'arsenale di armi chimiche di Damasco è molto importante per arrivare alla conferenza di pace, cosiddetta Ginevra2.

Stati Uniti e Russia «sono molti preoccupati per i morti e le distruzioni, le azioni delle due parti, di tutte le parti in causa, che provocano sempre più rifugiati, sempre più una catastrofe umanitaria» dice Kerry, dopo l'incontro con Lavrov e Brahimi. «Siamo d'accordo nel dire che abbiamo avuto delle discussioni costruttive» ha aggiunto Kerry, dopo l'incontro avvenuto nella sede dell'Onu a Ginevra. «Siamo determinati a lavorare insieme, a cominciare dall'iniziativa sulle armi chimiche, con la speranza che i nostri sforzi paghino e portino pace e stabilità in questa regione tormentata» ha aggiunto il segretario di Stato americano. Lavrov ha invece sottolineato l'impegno della Russia per l'organizzazione della conferenza di pace e chiede ancora una volta che «tutti i gruppi della società siriana vi siano rappresentati». «Le parti siriane devono arrivare a un accordo sull'organo del governo di transizione che disporrà di tutta l'autorità» dice Lavrov.

Wsj: Assad sta disseminando l'arsenale chimico 0in 50 siti
Intanto arrivano notizie atroci dalla Siria: il regime di Damasco ha iniziato a disseminare il suo arsenale chimico in decine di siti in tutta la Siria. Il Wall Street Journal, che cita fonti statunitensi e mediorientali, scrive che un'unità militare d'élite delle forze governative siriane, al centro del programma di armi chimiche del regime di Bashar al-Assad, ha iniziato a disseminare materiali in una cinquantina di siti nel Paese arabo. L'Unità 450, si legge, è responsabile del trasferimento, che solleva dubbi circa l'attuazione della proposta russa, che prevede che Assad consegni il suo arsenale chimico e lo faccia distruggere. Inoltre, scrive il giornale, il trasferimento di materiale renderebbe più complicato qualsiasi eventuale piano americano per bombardare i siti in cui il regime custodisce l'arsenale chimico. Le agenzie d'intelligence americane e israeliane ancora ritengono di conoscere la localizzazione di gran parte dei siti, ma - ha ammesso un funzionario americano coperto da anonimato - con meno sicurezza rispetto a sei mesi fa. «Sappiamo molto meno di quanto sapevamo sei mesi fa», ha detto.

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