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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 06:45.

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FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente
L'obiettivo del Governo italiano di un disavanzo pubblico sotto il 3% nel 2013 è a «rischio crescente», secondo la Banca centrale europea.
Il bollettino mensile pubblicato ieri passa in rassegna i recenti provvedimenti in materia di finanza pubblica e attribuisce il peggioramento dei conti al sostegno al settore finanziario e al primo rimborso di arretrati della pubblica amministrazione. Il Governo ha ribadito anche in questi giorni, per bocca del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, l'intenzione di rispettare l'impegno preso in sede europea.
Inanto, il commissario europeo, Olli Rehn, in una conferenza a Riga, osservando che l'economia dell'eurozona «potrebbe essere al punto di svolta», ha sottolineato che «vi sono rischi significativi, fra cui l'instabilità politica in alcuni Paesi», una dichiarazione interpretata come un riferimento a Italia, Portogallo e Grecia.
Anche il Fondo monetario è intervenuto ieri sulla situazione italiana. Il portavoce Gerry Rice ha dichiarato che il nostro Paese deve «mantenere i progressi realizzati» in termini di riforme e risanamento dei conti pubblici. Il rapporto redatto dalla missione in Italia nel luglio scorso sarà in discussione al consiglio del Fmi il prossimo 23 settembre.
Nel suo bollettino di settembre, la Bce nota che le informazioni preliminari sul fabbisogno di cassa a fine luglio 2013 indicano un deficit di 51 miliardi di euro, pari al 3,3% del prodotto interno lordo, contro i 28 miliardi (1,8% del Pil) dello stesso periodo dell'anno scorso. «Il peggioramento - dice il documento - mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo delle pubbliche amministrazioni nel 2013 (2,9% del Pil)». Il bollettino ricorda anche che l'abolizione della prima rata dell'Imu sulla prima casa comporterà un mancato gettito di 2,4 miliardi di euro circa, pari allo 0,1% del Pil, che, nei piani del Governo, sarà compensato da un contenimento della spesa e maggiori entrate. Anche le minori entrate dovute al rinvio di tre mesi dell'aumento di un 1% dell'Iva saranno bilanciate da maggiori accise su alcuni prodotti e da imposte dirette temporaneamente più elevate.
Nell'eurozona in genere, osserva la Bce, la tendenza al miglioramento del rapporto deficit/Pil avviata dalla metà del 2010 si è arrestata nel primo semestre 2013 e la crescita del rapporto debito/Pil è accelerata. Ad alcuni Paesi, il consiglio Ecofin ha concesso delle proroghe nella correzione dei deficit eccessivi (mentre l'Italia è uscita dalla procedura di deficit eccessivo l'estate scorsa), rileva la Bce, che insiste tuttavia su come «per riportare le finanze pubbliche su un percorso sostenibile occorre effettuare interventi di risanamento con risolutezza».

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