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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2013 alle ore 16:21.

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Lago d'Orta (Corbis)Lago d'Orta (Corbis)

Fare delle sponde del piccolo e suggestivo lago d'Orta, tra le province di Novara e Verbano Cusio Ossola, un luogo di riflessione e di stimolo sui fondamenti e le sfide che riguardano oggi la dignità dell'uomo e il suo rispetto nel mondo. Questo, in estrema sintesi, il senso dell'iniziativa del Festival della Dignità Umana, una prima volta nel panorama culturale nazionale, che vedrà un'anteprima nei giorni tra il 12 settembre e il 3 ottobre 2013 tra i comuni novaresi di Pettenasco, Borgomanero e Ghemme e il comune cusiano di Omegna. Una rassegna di incontri, dibattiti, spettacoli realizzata dall'associazione borgomanerese "Dignità e Lavoro – Cecco Fornara" e dalla fondazione novarese "Persona" in collaborazione con Amnesty International, che della dignità e dei diritti umani fa da oltre 50 anni la propria "ragione sociale".

Perché, accanto ai già notissimi festival culturali che affollano le piazze d'Italia, una nuova iniziativa, e proprio sulla dignità umana? «La dignità appartiene costitutivamente alla natura umana; è infatti conseguenza del riconoscimento dell'unicità della persona, della sua originalità e irripetibilità», spiega il direttore scientifico del Festival, il teologo e filosofo Giannino Piana. «Eppure, nonostante siano stati fatti a livello di riflessione teorica, importanti passi avanti – è sufficiente ricordare le Carte dei diritti – sono tuttora presenti nel nostro mondo episodi di estrema gravità che denunciano la persistenza di costanti minacce alla sua affermazione: dalle guerre alle diverse forme di violenza, specialmente nei confronti delle categorie più deboli, come le donne e i bambini; dalle sperequazioni economico-sociali, che costringono una percentuale consistente dell'umanità a vivere in condizioni disumane, agli abusi di tecnologie pervasive che mortificano la libertà della persona; dall'esplosione di rigurgiti xenofobi e razzisti fino ai ripetuti episodi di omofobia, e l'elenco potrebbe continuare». «Il Festival vuole offrire, quindi, un'occasione per soffermarsi a riflettere su una questione che, prima che politica - prosegue Piana – è di ordine etico e culturale, e che necessita, per essere adeguatamente affrontata, della ricostituzione di un quadro valoriale condiviso, espressione di una società civile che sappia reagire nei confronti delle logiche dell'individualismo e dell'efficienza mercantile, oggi purtroppo dominanti, facendosi carico dell'altro, di ogni altro, e creando le condizioni, anche strutturali, per l'affermazione dei diritti di tutti».

Il Festival nasce sulle sponde del lago d'Orta anche per celebrare la figura dell'avvocato inglese Peter Benenson, fondatore di Amnesty Internazional, morto nel 2005 e che proprio a Pettenasco ha trascorso per trent'anni le vacanze estive. Legatissimo al Cusio, egli stesso ha rivelato che riflettendo e ammirando il "mistico lago" d'Orta e i meravigliosi tramonti del sole sul Monte Rosa, maturò la scelta di dedicarsi alla difesa dei diritti umani attraverso Amnesty, dopo aver letto su un quotidiano della condanna a sette anni di reclusione di due studenti portoghesi che si erano resi colpevoli di un brindisi augurale in nome della libertà.

Per celebrare anche questa avventura, umana, culturale e sociale, per due fine settimana numerosi saranno gli incontri e le occasioni di riflessione. Si parte venerdì 20 settembre, a Pettenasco, con l'apertura di una mostra di Amnesty International, il ricordo di Benenson e l'intervento del presidente nazionale dell'organizzazione, Antonio Marchesi. Il giorno dopo sarà interverrà don Luigi Ciotti mentre domenica sarà la volta del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla. Il weekend successivo vedrà invece, la partecipazione dell'economista Stefano Zamagni, dell'olimpionico Igor Cassina, dello scrittore Loriano Macchiavelli e del teologo Pier Davide Guenzi.

Ma il lavoro del Festival non finisce qui. Anzi, raddoppia. Dopo l'anteprima di settembre, nei mesi di maggio e giugno la rassegna raggiungerà il suo culmine, focalizzandosi sul tema dell'alterità, con riferimento in particolare all'immigrazione e ai fenomeni di "diversità" sessuale e di genere, sociale, ideologica e religiosa, le cui composizioni necessitano – aggiunge Giannino Piana – «di un cambiamento di mentalità, quando non anche di una vera e propria rivoluzione culturale». Nel frattempo anche alcuni istituti scolastici del territorio novarese sono stati coinvolti con percorsi di ricerca sulle differenze di genere, sull'alterità, e sulla relazione tra percezione delle opportunità per il proprio futuro e dignità dei soggetti. L'auspicio degli organizzatori è che il Festival – sostenuto dai Comuni interessati ma soprattutto da alcune fondazioni bancarie del territorio – possa diventare un appuntamento fisso (magari biennale) e una vero laboratorio culturale nazionale sulla dignità umana. Un contributo, una "candela" (diceva Benenson) per fare più luce nell'oscurità che troppo spesso avvolge la vicenda umana.

Festival della Dignità Umana
Pettenasco, Borgomanero, Ghemme, Omegna
Dal 12 settembre al 3 ottobre 2013
Sito: www.dignitaumana.it

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