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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2013 alle ore 12:05.

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Brunetta scrive a Letta: In Italia non c'è stato di diritto. A Saccomanni: no aumento Iva o Governo cade

Brunetta a tutto campo, dopo il ritorno a Forza Italia, che come già il Pdl intende continuare il pressing sul Governo su temi forti come la pressione fiscale e la giustizia. Nel mirino del capogruppo Fi alla Camera oggi finisce lo stesso premier, cui è rivolta una lettera aperta per contestare l'idea che in Italia lo stato di diritto funzioni e che non ci siano persecuzioni giudiziarie. «Sii piu' prudente», è l'invito di Brunetta, al premier, «Queste parole perentorie si scontrano con la realtà e il buon senso. Sono anzi proprio false, se permetti». Al ministro dell'Economia Brunetta invia invece un ultimatum: «O l'Iva non aumenta a ottobre o non c'è piu' il governo, perchè questo era un impegno di governo. Se lo metta in testa il ministro Saccomanni».

No all'aumento Iva, o non c'è piu' il Governo
Intervenendo questa mattina a ''Radio Anch'io'', su Radio1 Rai, Brunetta ha confermato le priorità del centrodestra in materia di fisco: «Noi abbiamo detto che dovremmo fare e faremo la riforma dell'Iva in senso europeo all'interno della Legge di Stabilità per il 2014. Per il 2013 l'impegno è di non aumentare l'Iva a ottobre». «Questi sono gli impegni sui quali il presidente Letta ha ottenuto la fiducia alle Camere e se la democrazia parlamentare ha ancora un senso quando si ottiene la fiducia alle Camere i ministri sono impegnati ad attuare gli impegni di governo sui quali il presidente del Consiglio ha ottenuto la fiducia. In caso contrario non c'è piu' la maggioranza, non c'è piu' il governo», ha concluso Brunetta.

La Cedu conferma: in Italia non c'è il "giusto processo"
Nella lettera aperta inviata al premier e diffusa stamani, Brunetta chiama invece in causa la Cortye dei diritti dell'Uomo, che in numerose sentenze avrebbe stabilito «l'esistenza di una violazione commessa dallo Stato italiano contro il diritto a un giusto processo. Ok, presidente Letta? Studiosi non certo berlusconiani affermano: non c'è solo la lentezza dei processi, ma "la politicizzazione della magistratura, in particolare delle grandi sedi di Milano, Roma, Napoli e Palermo" a far emergere figure di magistrati caratterizzate "da un mix di impunità", mediatizzazione estrema e politicizzazione senza simili nel mondo occidentale, visibilità mediatica e personalizzazione". Ripeto: impunità, mediatizzazione, politicizzazione senza simili nel mondo occidentale! Altro che Stato di diritto».

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