Alimentare controcorrente: nel 2013
il fatturato salirà del 2,3%

Un dato controcorrente che addolcisce la bocca. Merito anche dell'export che, per il quarto anno consecutivo, metterà a segno un dato positivo. Anche l'industria alimentare italiana soffre (per il mercato interno) ma, a valore, strappa una crescita nel 2013: secondo le stime di Federalimentare il fatturato passerà da 130 a 133 miliardi di euro, con un +2,3%; l'export è proiettato verso i 26,7 miliardi, +8,1%.

«Il risultato - ha sostenuto Daniele Rossi, direttore generale di Federalimentare nel corso dell'evento Food-ing International a Fieramilanocity – è particolarmente positivo se inquadrato in una congiuntura economica come l'attuale. Merito soprattutto delle esportazioni, che nel 2013 hanno registrato un balzo a circa 27 miliardi, consentendo un saldo positivo rispetto ai 7 miliardi di import». Dei 27 miliardi l'export di vino se ne ritaglia 5; dopo seguono i caseari, la frutta, le conserve, la pasta.

Dopo una lunga ricorsa, l'incidenza dell'export è arrivata al 20% (vicina a Germania e Belgio) ma ci sono ancora buone potenzialità di crescita. Il food made in Italy vive una stagione felice e se si riducesse il fenomeno dell'Italian sounding guadagnerebbe molto terreno.

Le destinazioni
Quali i mercati di sbocco? «Continuano a essere Germania, Francia e Stati Uniti – ha detto Rossi – ma una novità importante sono i mercati emergenti come la Thailandia e gli Emirati Arabi». L'alimentare (che conta su 400mila addettti e 6.250 imprese con più di 9 dipendenti) consolida il ruolo di seconda industria manifatturiera dopo il metalmeccanico. «Siamo pronti ad affrontare le nuove tendenze del futuro – ha concluso Rossi – quali l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità, ma anche a specifici bisogni nutrizionali, come ad esempio quelli legati ad aspetti religiosi, etnici ed etici».

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