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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2013 alle ore 13:39.

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Il cardinale Gianfranco Ravasi (Ansa)Il cardinale Gianfranco Ravasi (Ansa)

«Gesù comunicava con dei tweet, è stato il primo twittatore della storia». Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, lancia un'immagine nuova sui fondamenti del cristianesimo, sulle parole di Cristo riportate dai Vangeli.

«Le sue erano battute essenziali. La prima predica, se prendiamo la trasposizione in greco, è stata di 45 caratteri, quando disse 'Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi'. Ma anche altre rispettano la lunghezza dei tweet, 140 caratteri». Parole pronunciate dal cardinale nel colloquio pubblico con il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, nell'ambito dell'evento "Il Cortile dei giornalisti" organizzato dal dicastero vaticano della Cultura nell'ambito del Cortile dei Gentili, il foro di dialogo tra credenti e non credenti.

Un'occasione che arriva a pochi giorni dalla lettera di Papa Francesco a Scalfari e di quella di Benedetto XVI a Piergiorgio Odifreddi, entrambe pubblicate su Repubblica. Un evento dove si e' sviluppato un confronto sulla ricerca della verita', un tema religioso e filosofico strettamente connesso proprio con l'informazione.

Argomenti di cui hanno diffusamente parlato e dibattuto al Tempio di Adriano i direttori dei principali giornali italiani: Roberto Napoletano (Il Sole 24 Ore), Ferruccio deBortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (la Repubblica), Mario Calabresi (La Stampa), Virman Cusenza (Il Messaggero), Marco Tarquinio (Avvenire) e il direttore del giornale della Santa Sede Giovanni Maria Vian (Osservatore Romano).

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