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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2013 alle ore 22:06.

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«Via i rom dalla Francia», bufera sul ministro dell'Interno socialista

È sempre più bufera sul ministro dell'interno francese Manuel Valls, fino a poco fa considerato la star emergente del partito socialista, che vuole espellere i rom dalla Francia perchè non si integrano. Senza citare nessuno in particolare, la Commissione europea minaccia sanzioni: «La Francia non dimentichi che i rom sono cittadini europei e che come tali hanno il diritto di circolare liberamente in tutti gli Stati membri».

Le parole shock del ministro dell'Interno hanno suscitato scalpore sia in Francia sia all'estero: «Integrare i rom in Francia non è possibile», ha detto Manuel Valls. «Non ci sono soluzioni alternative allo smantellamento dei campi nomadi e al rinvio dei rom alla frontiera. La loro aspirazione - ha aggiunto - è tornare in Bulgaria e in Romania».

Parole lapidarie che confermano la linea dura sui rom del governo di gauche di Francois Hollande. Tra i 15 mila e 20 mila rom vivono in Francia e in 5.000 circa, secondo dati delle associazioni, sono già stati espulsi negli ultimi tre mesi.

Proprio alcuni giorni fa è stato sgomberato uno dei più grandi campi illegali di Francia, vicino a Lille. «Ci illudiamo che il problema dei rom si possa risolvere con l'integrazione.
Queste popolazioni - ha aggiunto Valls - hanno modi di vita molto diversi e in contrasto con i nostri. L'integrazione interessa solo poche famiglie». Per Valls sta alle autorità rumene trovare soluzione di integrazione.

A difendere il ministro dell'Interno è scesa in campo la portavoce del governo, Najat Vallaud-Belkacem, che ha sottolineato la «fermezza e l'umanità» della politica del governo sui rom.

Ma di fatto il governo socialista si è spaccato. I colleghi del Rilancio economico, Arnaud Montebourg, e della Casa, l'ecologista Cecile Duflot, hanno preso le distanze dalla
affermazioni di Manuel Valls. E in un rapporto pubblicato oggi sulla condizione dei rom in Francia, Amnesty International ha lanciato l'appello «stop agli sgomberi». Appena la settimana scorsa era stata Nathalie Kuschiusko-Morizet, candidata della destra Ump al municipio di Parigi, a puntare il dito contro i rom «che infastidiscono i parigini».

Un argomento che la destra fa naturalmente suo con la campagna per le elezioni municipali che è già iniziata e il voto che si avvicina. A sei mesi dalle elezioni, il ministro Valls (spagnolo di nascita, diventato francese a 20 anni) rincara la dose e con i rom fa esattamente quello che l'Ue aveva già rimproverato nel 2010 a Nicolas Sarkozy.

Ed ora è Hollande a incassare da Bruxelles minacce di sanzioni. Viviane Reding, vice presidente della Commissione europea, ha ricordato che l'Ue mette a disposizione fino a «50 miliardi di euro» per l'integrazione dei rom.

Durissimo il quotidiano Le Monde, che con un editoriale dal titolo "La colpa di Valls" accusa il ministro di fare il gioco della destra «che ha scelto deliberatamente di fare dei rom un tema esplosivo delle prossime elezioni, un capro espiatorio perfetto». È una «colpa pesante. Tanto politica che morale».

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