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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2013 alle ore 07:13.

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Grecia, il sindacato dei militari alza la voce e chiede le dimissioni del Governo e del presidente

Soffia un vento di bufera e di vecchie storie di intrecci tra politica ed esercito ad Atene. Storie che si credevano sepolte da anni, dalla caduta della giunta dei colonnelli avvenuta nel lontano 1974. Quando dopo sette anni di buia dittatura tornò la democrazia nel paese.

Mentre cinque appartenti ad Alba Dorata, partito di estrema destra, sono sotto inchiesta per l'uccisione di un rapper di sinistra, e una squadraccia ha devastato la redazione del giornale Protothema per aver pubblicato le foto strazianti del giovane morente, un sindacato di militari greci della riserva, finora poco conosciuto al grande pubblico, ha chiesto a sorpresa le dimissioni del governo del premier conservatore Antonis Samaras e la formazione di un governo di unità nazionale, suscitando, come è ovvio, forti preoccupazioni negli ambienti politici e giudiziari della capitale greca. C'è un'aria, insomma, da prove generali di colpo di stato.

Il documento firmato "Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali" (Keed, un sindacato di ex militari), apparso ieri sul sito web dell'associazione, è finito all'esame della magistratura che ha convocato una riunione straordinaria della Corte Suprema (Areios Pagos) nella cui sede, sotto la protezione di numerose forze di polizia, da giorni, sono in corso gli interrogatori di testimoni che riguardano le attività illegali del partito filo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata).

Gli autori del testo chiedono «le dimissioni immediate del governo e la collaborazione del popolo con l'esercito» perché - secondo il documento - l'esecutivo «non è stato capace di offrire al popolo quanto previsto dalla Costituzione nei settori del lavoro, dell'istruzione, della salute, della giustizia e della sicurezza». Toni preoccupanti se fatti in una democrazia occidentale.

I militari chiedono la formazione di un governo di unità nazionale e le dimissioni del presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, ex partigiano della guerre di liberazione contro i nazi-fascisti, per «facilitare gli sviluppi desiderati dal popolo». Alla riunione ha partecipato anche il Procuratore della Corte Suprema, Efterpi Gkoutzamani, che coordina le indagini sulle attività illegali di Alba Dorata e che ha ordinato l'apertura di un'indagine preliminare sulla vicenda.

Superata la fase acuta della crisi economica che segue gli austeri binari del varo delle riforme strutturali in cambio di prestiti sotto la vigilanza della troika, la Grecia sta affrontando una seconda crisi non meno pericolosa per la Ue e un suo paese membro: la tenuta politica della democrazia, ritornata nel paese solo nel 1974 dopo la caduta del regime dei colonnelli. Una crisi politica che sta assumendo gli aspetti della tempesta perfetta con il rischio Repubblica di Weimar all'orizzonte.

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