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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2013 alle ore 15:48.

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Letta da Napolitano per il chiarimento - Il premier: «Italia umiliata dal Pdl» - Folli: istituzioni a rischio

Venti di crisi sulla maggioranza delle larghe intese. Dopo l'annuncio a sorpresa dei parlamentari del Pdl intenzionati a dimettersi e la dura presa di posizione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il premier Enrico Letta ha fatto sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l'esecutivo che al suo rientro a Roma da New York è intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo. L'ipotesi viene prospettata da fonti della maggioranza.

Letta ha appreso con profonda amarezza, mentre era negli Stati Uniti, della minaccia di dimissioni dei parlamentari del Pdl e ha ribadito ai suoi interlocutori della maggioranza che non ha nessuna intenzione di farsi logorare e, in questo senso, ha anche messo sul tavolo la possibilità delle sue dimissioni, non senza concordare ogni passaggio con il presidente della Repubblica.

«Appena atterrato a Roma mi reco da Napolitano per un chiarimento su come andare avanti» ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta da New York. «Serve un chiarimento nel governo e in parlamento: voglio decidere insieme a Napolitano le modalità. Voglio che tutto accada davanti ai cittadini». Il premier ha poi commentato gli ultimi sviluppi politici a Roma: «Un'umiliazione per l'Italia». «Esprimo profonda condivisione per parole del capo dello Stato, dalla prima all'ultima parola» ha poi detto Letta, sottolineando come in Usa Giorgio Napolitano sia visto come «un faro, una guida». Pdl e Lega però attaccano.

Maroni: ora Letta può dimettersi
Il leader della Lega, Roberto Maroni, non ha dubbi: le firme raccolte dal Pdl «sono una mozione di sfiducia palese nei confronti del Governo e quindi Letta dovrebbe fare solo una cosa, rassegnare le dimissioni al presidente Napolitano».

Brunetta (Pdl): «E' il Pd a umiliare l'Italia
«A essere umiliata è davvero l'Italia, ma non da Berlusconi e dai parlamentari di Forza Italia, bensì dai compagni di partito di Letta - dice il presidente dei deputati Pdl, Renato Brunetta - che, in Giunta per le elezioni al Senato, calpestano la Costituzione e la democrazia, applicando al senatore Berlusconi retroattivamente la legge cosiddetta Severino. Reagire all'ingiustizia è ciò che di più nobile possa fare un eletto dal popolo. Non accettiamo di essere trattati da irresponsabili da chi assiste con indifferenza, o peggio con connivenza, alla premeditata eliminazione di un leader di popolo come Silvio Berlusconi».

Bondi: il Colle prenda atto della fine del Governo e della legislatura
Nel mirino del Pdl finisce, oltre al presidente del Consiglio, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «In queste condizioni, prolungare l'agonia di questo governo e di questa legislatura non giova a nessuno tantomeno all'Italia. Questo Napolitano lo sa bene», afferma il senatore Sandro Bondi, uno dei coordinatori del Pdl, in una nota, che invita tutti a «prendere atto» della situazione.

Epifani apre la direzione Pd: faccio mie le dichiarazioni di Napolitano
Il Pd fa quadrato su Napolitano. Guglielmo Epifani esprime in direzione Pd il «sostegno» suo e di tutto il partito a Giorgio Napolitano «di fronte agli attacchi volgari che si sono registrati in queste ore». Tutta la platea della direzione é scattata in un applauso alle parole di Epifani.

Bersani (Pd): «Da Letta parole giuste»
«Letta ha detto parole giuste». Che dal Pdl «abbiano deciso l'apocalisse, la guerra lampo, la guerriglia, il logoramento, l'Italia non puo' permetterselo, ritengo sensato capire davanti all'Italia che cosa hanno da dire, quali impegni intendono prendere. Non e' che possiamo avere tutti i giorni problemi di questo genere con tutti i problemi che ha l'Italia». Lo ha affermato Pier Luigi Bersani, ospite di 'Otto e mezzo' su La7..

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