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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2013 alle ore 09:23.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2013 alle ore 09:23.

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Lo Stato preleva 700 milioni dalla cassaforte dei Casalesi - Ora legale

Altri 700 milioni confiscati e fanno 1,4 miliardi confiscati in tre giorni. Mentre i precedenti 700 hanno ridotto l'acqua in cui nuota il superlatitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro, questa volta è toccato alla cassaforte dei Casalesi.
La Dia di Napoli – il cui capo centro è Giuseppe Linares – e i Carabinieri di Caserta stanno infatti eseguendo in queste ore un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione Misure di prevenzione nei riguardi degli eredi di Dante Passarelli, riferimento economico-finanziario del clan dei Casalesi, morto il 4 novembre 2004, cadendo misteriosamente da una terrazza senza recinzione.

In quei giorni si avviava a conclusione davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere il processo Spartacus, nei confronti dei principali esponenti del clan dei Casalesi e dello stesso Passarelli.

Il provvedimento di confisca emesso dal Tribunale ha dato attuazione alla novità legislativa introdotta dal Testo unico antimafia, che ha esteso la confisca di prevenzione delle ricchezze illecite a momenti successivi alla morte della persona pericolosa, quando la proposta sia avanzata nei riguardi dei successori a titolo universale o particolare entro il termine di cinque anni dal decesso.

Prima il sequestro.
La confisca che la Dia e i Carabinieri stanno eseguendo rappresenta l'ultimo atto di una vicenda processuale iniziata con il sequestro preventivo eseguito a carico di Passarelli nel procedimento Spartacus e si è giovata delle acquisizioni investigative e di quelle dibattimentali emerse nel corso del processo.

In tale sede venne configurato, attraverso numerose dichiarazioni provenienti dai collaboratori di giustizia (tra i quali, Carmine Schiavone, Dario De Simone, Augusto La Torre, Raffaele Ferrara, Domenico Frascogna e altri), verifiche documentali ed intercettazioni telefoniche, l'esistenza di uno stabile rapporto tra Passarelli e l'organizzazione dei Casalesi, specie nel riciclaggio.

In particolare, il sequestro iniziale riguardava le società Ipam (con annesso zuccherificio, uno dei più importanti in Italia negli anni Novanta) e Immobiliare Bellavista, all'interno delle quali erano inseriti centinaia di beni immobili, tra cui appartamenti, fabbricati e terreni e l'azienda agricola Balzana (ex Cirio) dell'estensione di centinaia di ettari, nel cui acquisto, negli anni Novanta, intervenne l'organizzazione criminale dei Casalesi per una cospicua parte.

La morte di Passarelli determinò, nel processo Spartacus, la declaratoria di estinzione del reato e la conseguente revoca del sequestro dei beni, con l'esclusione di quelli riconducibili direttamente all'organizzazione dei Casalesi.

Il fiduciario.
Il ruolo di fiduciario del clan dei Casalesi svolto da Dante Passarelli portò la Corte di assise di Santa Maria Capua Vetere a disporre, con la sentenza del 15 settembre 2005, la confisca di due terreni e dei 2/3 del complesso agricolo La Balzana, acquistati da Passarelli nell'ambito di operazioni di investimento immobiliare compiute nell'interesse dei Casalesi.

L'azienda agricola La Balzana, peraltro, era stata frequentemente utilizzata dai vertici del clan dei Casalesi come base logistica per ospitare latitanti o per spedizioni di morte nei territori circostanti il comune di Cancello Arnone.

Gli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Dia e dai Carabinieri di Caserta hanno consentito di aggiornare il quadro economico della famiglia Passarelli e verificare la sproporzione tra i redditi dei familiari di Passarelli e l'immenso patrimonio accumulato negli anni Ottanta e Novanta.

La confisca disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha accolto in pieno la richiesta del Ppm presso la Dda di Napoli, riguarda, quindi, beni immobili, tra cui appartamenti, fabbricati e terreni ed il rimanente terzo della tenuta La Balzana è stato effettuato a carico della moglie e dei figli del Passarelli:

La famiglia.
Franco Passarelli, attualmente detenuto, fu raggiunto il 18 marzo 2013 insieme al fratello Biagio, anch'egli detenuto, e a numerose altre persone, da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, per il reato di associazione di tipo mafioso. Inoltre la Prima sezione penale collegio B di Santa Maria Capua Vetere, il 22 gennaio 2013 ha sentenziato, per Franco Passarelli (per un altro procedimento), la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione per i reati associazione esterna al clan dei casalesi ed estorsione.

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