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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2013 alle ore 23:15.

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Usa e Iran, disgelo dopo 34 anni. Siria, ok alla risoluzione: stanotte il voto finale - Traballa l'embargo Ue

Storico incontro tra i ministri degli esteri Usa e iraniano alle Nazioni Unite. L'occasione l'attesa riunione del responsabile degli Esteri iraniano,Javad Zarif, con gli omologhi dei gruppo 5+1 ossia Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia con la Germania, nel Palazzo di Vetro dell'Onu, per la ripresa dei negoziati sul programma nucleare di Teheran. Riunione a cui, dando un ulteriore segnale di disgelo, Kerry siede accanto a Zarif. Tra Usa e Iran non esistono relazioni diplomatiche dal 1979. Il "format" degli incontri prevede che i membri del cosiddetto gruppo dei Paesi del 5+1 si incontrino prima da soli, e che il capo della diplomazia di Teheran arrivi a riunione iniziata.

Il tono e lo spirito dell'incontro sul nucleare iraniano sono stati "estremamente buoni": Così il ministro degli Esteri britannico William Hague al termine della riunione dei 5+1 sul nucleare iraniano al Palazzo di Vetro. Hague ha precisato che i ministri degli esteri hanno concordato con Zarif un preciso calendario di negoziati. Nell'incontro a due con il segretario di stato Usa John Kerry seguito a quello allargato ai 5+1 ha detto che «l'obiettivo dell'Iran è raggiungere un accordo entro un anno» con la comunità internazionale sui nodi del suo programma nucleare.

Rilevante il valore simbolico e diplomatico dell'incontro, per dare sostanza alle aperture (e alle sottolineature) del neo presidente iraniano Hassan Rohani, particolarmente atteso in questa prima uscita nel consesso internazionale. Rohani ha invitato Israele ad aderire senza indugio al trattato di non proliferazione nucleare per arrivare a un Medio Oriente demilitarizzato. Un obiettivo che per il presidente iraniano potrebbe essere raggiunto in un arco di tempo di cinque anni. Rohani infatti propone un target di qui a cinque anni per un mondo denuclearizzato e suggerito che ogni anno il 26 settembre sia la Giornata mondiale per l'eliminazione del nucleare. «Le sanzioni sono controproducenti e devono essere rimosse nel momento in cui si guarda avanti. Alla fine dei giochi dovrà esserci una rimozione di tutte le sanzioni e spero si vada in questa direzione in poco tempo»: ha detto il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif al Palazzo di vetro.

Nel corso dei lavori al Palazzo di vetro si è svolto anche il bilaterale tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e il presidente iraniano Hassan Rohani. Con Letta e Rohani erano i rispettivi ministri degli Esteri Emma Bonino e Javad Zarif.

Capitolo Siria
I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu «hanno trovato un accordo su una bozza di risoluzione vincolante» per la Siria: lo ha confermato formalmente l'ambasciatore britannico, Mark Lyall Grant. Il testo viene presentato ai 15 Paesi del Consiglio Onu nella notte alle 20 di New York.

I dettagli del testo
La bozza di risoluzione concordata dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza non attribuisce a nessuna delle parti del conflitto siriano la responsabilità dell'attacco ad al Goutha lo scorso 21 agosto, ma esprime la "forte convinzione" che chi ha usato armi chimiche in Siria debba finire davanti alla giustizia.
Per venire incontro alle obiezioni della Russia il documento non è stato posto sotto l'ombrello del Capitolo 7 della Carta dell'Onu che prevede l'automatismo di misure punitive (e in uno dei suoi articoli anche l'uso della forza) in caso di inadempienza. Prima che il Consiglio proceda al voto, l'Opac dovrà determinare le procedure per la distruzione delle armi chimiche in Siria. Il voto dell'organizzazione dell'Aja, i cui ispettori sono da ieri di nuovo in Siria, potrebbe essere domenica, con quello dei Quindici a seguire, hanno indicato fonti diplomatiche all'Onu.
La bozza, sponsorizzata da Stati Uniti e Russia, è modellata lungo le linee dell'accordo di Ginevra tra il segretario di Stato John Kerry e il collega russo Serghiei Lavrov. Accordo che impegna la Siria a eliminare i suoi arsenali chimici entro il 2014. In caso di inadempienza da parte siriana il Consiglio di sicurezza tornerebbe a convocarsi, in quel caso sotto l'ombrello del Capitolo 7, per imporre a Damasco misure punitive che non vengono peraltro specificate.
Secondo fonti diplomatiche ci sono ancora alcuni punti da definire nel testo: riguardano in particolare le modalità della distruzione degli arsenali. Questo anche perché i Quindici aspettano la decisione dell'Aja. «La bozza di risoluzione della Siria stabilisce che l'uso di armi chimiche è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e crea una nuova norma contro l'uso di gas letali», ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu Samantha Power. Soddisfatto il Dipartimento di Stato americano, che ha dato il benvenuto all'accordo arrivato al termine di un negoziato intenso e difficile. «Solo due settimane fa chi avrebbe detto che ci saremmo riusciti?», ha commentato o un alto funzionario Usa protetto dall'anonimato.

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