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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 13:07.

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Mariano Crociata (Ansa)Mariano Crociata (Ansa)

«La stabilità è il presupposto per la tenuta del paese e per la coesione sociale in una situazione di perdurante crisi che pesa sulla vista della nostra Italia». Al termine della riunione di quattro giorni del Consiglio permanente il segretario generale della Cei, Mariano Crociata, ha ribadito il messaggio dei vescovi a favore di una condivisione di sforzi all'interno della classe politica, riprendendo le parole dello stesso presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in apertura dei lavori del Consiglio.

Crociata ha aggiunto che la stabilità è un «valore da perseguire» e che su questo punto, «tutti i vescovi condividono le parole pronunciate dal cardinal Bagnasco». Dalla Cei, quindi, arriva un «invito preciso a lavorare a soluzioni che garantiscano stabilità».

Poi il tema del lavoro. É un «dramma che richiede una presa di coscienza e un nuovo impegno di solidarietà da parte di tutte le componenti della società italiana compreso il mondo imprenditoriale e la finanza» ha detto il vescovo nel corso della conferenza stampa dove ha illustrato le conclusioni dei lavori del Consiglio permanente della Cei, che ha visto un intenso dibattito dentro il parlamentino su molti temi, anche di vita interna della Conferenza.

Crociata - sul quale tra l'altro di recente sono emerse indiscrezioni circa una sua possibile nomina a nuovo Ordinario militare per l'Italia - ha aggiunto che quello del lavoro resta «un problema che sembra aggravarsi e un dramma che richiede una presa di coscienza diffusa nel paese e un impegno accresciuto».

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