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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 14:06.

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Decadenza, Berlusconi chiede la sospensione del giudizio. «La mia presenza in giunta? Sarebbe una sceneggiata» - La memoria del Cav

Silvio Berlusconi ha presentato una memoria difensiva alla Giunta per le elezioni del Senato in vista del 4 ottobre. Ventisei pagine di fuoco nelle quali sostiene che la legge Severino non si può applicare al suo caso e ricusa dieci componenti della Giunta per le elezioni del Senato, esponenti di M5S, Pd e Sel che hanno già espresso «il proprio convincimento». Tutto questo in virtù del principio, sancito dalla Costituzione, del giusto processo e della terziarietà del giudice. In subordine, domanda la sospensione del giudizio, in attesa della decisione della Corte Europea presso la quale è stato presentato un ricorso contro la legge Severino e che dovrebbe decidere «in tempi assai ravvicinati, ovvero nell'ordine di pochi mesi», e la ricusazione.

Per il Cavaliere la legge Severino non si può applicare al suo caso
Nella memoria difensiva di 26 pagine depositata questa mattina, Silvio Berlusconi sostiene anche che la legge Severino non si può applicare al suo caso, in quanto che si tratterebbe di «modifica delle pene accessorie temporanee» e, dunque, «non cumulabile con la identica pena accessoria pronunciata in seguito a giudizio penale». La stessa legge, continua, ha «un evidente carattere retroattivo», quindi - è la conclusione contenuta nella memoria - è illeggittima sotto il profilo costituzionale. Questo aspetto, inoltre, rappresenterebbe una «violazione dell'articolo 49 della carta dei diritti findamentali dell'Unione europea. Ne consegue la necessità di promuovere un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'Ue. Infine, «non solo è ammissibile ma accoglibile nel merito» il ricorso presentato dal Cavaliere alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Venerdì la Giunta si riunirà. Il verdetto potrebbe arrivare in serata o il giorno successivo.

Berlusconi: La mia presenza? Sarebbe una sceneggiata
«Nessuna utilità vi potrebbe essere nel partecipare a un giudizio del quale si sia già previamente conosciuta la sua conclusione», scrive Berlusconi nella memoria. Berlusconi sottolinea: «La presenza delle parti, dell'interessato, e di un avvocato, non sarebbe che una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto».

Chiesta la diretta del voto
Stefàno: «ho chiesto e ottenuto dal presidente Grasso l'autorizzazione alla diretta audiovideo della seduta pubblica del 4 ottobre, anche perché le ragioni della difesa possano essere conosciute direttamente da tutti, dai cittadini e dalla stessa comunità dei giuristi. Il mio auspicio- ha concluso Stefano - è che si possa proseguire a lavorare con serenità e con l'impegno responsabile di tutti, a partire da me, quale presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari».

Manconi (Pd): il Cavaliere ha firmato le dimissioni?
In una nota il senatore del Pd Luigi Manconi commenta: «Voci di corridoio, sussurri di palazzo, boatos e mormorii parlano di tre senatori del Pdl che non avrebbero consegnato le proprie dimissioni anticipate al capogruppo Renato Schifani. I nomi di due senatori renitenti sono noti: si tratta di Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi. Ma il terzo? Corre un sospetto simile a un fremito: e se il terzo riottoso fosse Silvio Berlusconi? Nuovi scenari si aprono».

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