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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2013 alle ore 20:40.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2013 alle ore 11:45.

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Napolitano: risolutivo chiarimento in Parlamento - La nota del Colle  - Le condizioni di Letta per andare avanti - DIGNITÀ (di R.Napoletano)

Il presidente del Consiglio Enrico Letta andrà alle Camere per un risolutivo chiarimento della situazione di crisi del governo: è la linea emersa al termine del vertice con il capo dello Stato al Quirinale. «Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del Pdl e dello stesso Presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica». È quanto si legge in una nota del Colle. Il colloquio è durato quasi un'ora e mezza. Il presidente del Consiglio ha lasciato il Quirinale poco prima delle 20,30. Con il premier è salito al Colle il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi.

Il Colle: clima di evidente incertezza, valutazioni sul da farsi in Parlamento
Considerato il «clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica» - si legge nella nota -, «da ciò il Presidente del Consiglio ha tratto, d'intesa con il Presidente della Repubblica, la decisione di illustrare in Parlamento - che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento - le proprie valutazioni sull'accaduto e sul da farsi. Il Presidente del Consiglio concorderà la data dei dibattiti con i Presidenti».

Già in tarda mattinata Napolitano aveva sottolineato che, nella situazione che si è venuta a creare dopo l'annuncio delle dimissioni dei ministri del Pdl, prima è opportuno cercare una nuova maggioranza «nell'interesse del Paese», quindi - ma solo in seconda battuta - scatterebbe la seconda ipotesi: lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne, ma solo se il primo tentativo è naufragato. «Siamo in una fase un po' criptica... Cercherò di vedere se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura», ha spiegato il capo dello Stato, in visita a Napoli.

Napolitano: valuto in base ai numeri determinati dalla volontà degli elettori
A chi gli chiedeva questa mattina se si fosse pentito di aver dato fiducia al Pdl, Napolitano ha risposto: «Il Presidente della Repubblica non è che si fida di un partito o dell'altro ma valuta e agisce in base ai numeri determinati dalla volontà degli elettori. Io la sola strada che ho seguito è stata quella per favorire la formazione di un governo sulla base dei numeri determinati dalla volontà degli elettori. Numeri che - ha confidato il capo dello Stato - rendevano impossibile la formazione di altri governi».

Tanti problemi dell'Italia chiedono stabilità
«L'insieme di queste questioni non può non coinvolgere e avere al centro con una disponibilità di risorse minimamente adeguata il governo nazionale. È questa un'altra delle situazioni che richiederebbero stabilità e continuità nella direzione politica del Paese e nel funzionamento delle istituzioni parlamentari», ha affermato Napolitano parlando della questione rifiuti a Napoli.

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