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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2013 alle ore 20:40.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2013 alle ore 11:45.

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Hollande incoraggia Letta
Fonti di palazzo Chigi hanno reso noto che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ricevuto questo pomeriggio una lunga e cordiale telefonata di incoraggiamento dal Presidente della Repubblica francese, Francois Hollande.

Epifani: no a governicchi
«Non ci interessano governicchi o trasformismi. Vogliamo lavorare per il Paese. Se ci riusciamo bene, altrimenti la parola torna ai cittadini», ha detto Guglielmo Epifani a 'In mezz'ora". «Non mi piace se si va in Parlamento alla rinfusa, random, a cercare numeri per il governo - ha spiegato il segretario del Pd -. Di fronte alle necessità che ci sono servono numeri e consensi qualificati, perché non è un passaggio semplice quello che abbiamo di fronte. Non mi piacerebbe un governo che, pur facendo cose di cui il Paese ha bisogno, si rifacesse a interessi personali. Su questo c'è unità nel Pd». La mia impressione, ha detto Epifani, «è che l'accelerazione che c'è stata ieri nasce dal fatto che il centrodestra e Berlusconi vogliono provare a portare al voto rapidamente il Paese per evitare il voto del Senato sulla sua decadenza dopo il voto di questa settimana in Giunta». Con questa scelta, ha detto Epifani, «Berlusconi che era già sul terreno del torto, diventa ancora di piu' avversario di quel pezzo d'Italia che prova a uscire dalla crisi».

Camusso (Cgil): va fatta la legge di stabilità
Non c'è però solo il nodo politico. C'è anche quello economico, con sfide che si impongono al Paese già nel breve termine. Bisogna varare la legge di stabilità, altrimenti la Commissione europea si sentirà autorizzata a intervenire di nuovo, facendo tornare il paese all'agosto del 2011. LO ha sottolineato il leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando a Sky tg 24. Camusso ha chiesto un provvedimento «nel segno del cambiamento» e non «una nuova lettera della Bce che ci impone solo sacrifici». In particolare il segretario ha chiesto interventi mirati sul carico fiscale che grava sulle imprese e sul lavoro.

Lo strappo di ieri
Insomma il giorno dopo lo strappo Pd-Pdl, con Silvio Berlusconi che ha chiesto ai suoi ministri di dimettersi aprendo di fatto la crisi, la tensione non accenna a calare. Ieri il Pdl ha dato la spallata all'Esecutivo Letta di larghe intese. Con una nota diffusa nel tardo pomeriggio Berlusconi, che oggi compie 77 anni, ha fatto dimettere i suoi ministri ed è stata subito crisi di Governo. Il Cav ha chiamato in causa il mancato stop all'aumento dell'Iva, ma Letta lo ha stoppato: un gesto folle per coprire i suoi guai. In serata il premier parteciperà alla trasmissione «Che tempo che fa». Grillo ha dato la colpa della crisi a Napolitano ed è tornato chiederne le dimissioni, chiedendo di andare al voto.

Berlusconi: alle urne il più presto possibile
«Non accetteremo la responsabilità dell'aumento delle tasse». Silvio Berlusconi ha telefonato ai parlamentari campani, riuniti per l'inaugurazione di Forza Italia in Campania. «Non sono stanco di combattere, sono in piena forma. Stanotte dopo 59 notti in cui non riuscivo a dormire, ho dormito 10 ore di fila. Sono pronto a riprendere la battaglia. Siamo in un frangente difficile per il Paese, i signori della sinistra hanno il vizio di ribaltare la realtà» ha esordito il Cavaliere. «Sono venute meno le condizioni per continuare a collaborare con questo governo», ha continuato, ricordando che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo stop al congelamento dell'aumento Iva. «Non potevano sostenere un governo delle tasse che aumenta la pressione fiscale e l'Iva. Un governo delle tasse non serve al Paese». Da qui, la critica a una sinistra «che non concepisce altra politica che quella di mettere le mani nelle tasche degli italiani». Berlusconi ha proposto di «andare alle elezioni il più presto possibile», convinto che i sondaggi diano Forza Italia in crescita.

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