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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2013 alle ore 15:59.

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(Reuters)(Reuters)

NEW YORK - Cominciano le proteste. Un gruppo di dipendenti pubblici, rimasti a casa e senza stipendio da questa mattina per i bisticci dei politici, ha inscenato una piccola dimostrazione: «A casa senza stipendio per colpa dei politici, ma noi i conti dovremo pagarli. Come arriviamo alla fine del mese?». Colpisce tuttavia che poco meno di un milione rimasti a casa siano stati soltanto poche decine a protestare e neppure con troppa convinzione.

Niente gazzarra, dunque, niente picchetti o manifestazioni di migliaia di persone per strada. Gli "statali" americani, secondo istruzioni, sono andati diligentemente in ufficio per chiudere, hanno lasciato messaggi in segreteria telefonica, prelevato effetti personali, organizzato la chiusura nei vari dipartimenti. In tutto avevano quattro ore per avviare la "loro" sospensione. Poi a casa. Nei parchi nazionali i Rangers hanno dato 48 ore ai campeggiatori per sgombrare.

Sui 2,9 milioni di dipendenti pubblici, 818mila secondo i calcoli più aggiornati resteranno a casa, ma un altro milione andrà al lavoro senza paga.

Resta la domanda legittima: come vivranno adesso questi dipendenti pubblici vittime della politica? La busta paga per ora è sospesa, in genere i dipendenti vengono pagati ogni due settimane e non mensilmente. Se si troverà un accordo nelle prossime ore il problema non si porrà, ma se la "serrata" del governo dovesse continuare anche per due settimane, il danno per i dipendenti già tirati allo stremo per arrivare alla fine del mese potrebbe essere enorme.

I risparmi sono minimi, in molti hanno il mutuo da pagare e se mancano la scadenza rischiano il richiamo dell'ipoteca. Il nodo più complicato: entreranno mai in possesso della loro busta paga una volta risolto il problema? La procedura è complessa.

Tecnicamente i dipendenti pubblici non hanno lavorato e dunque non hanno diritto a un compenso, è come se fossero vacanze forzate, l'equivalente della nostra «solidarietà». Ma al Pentagono dove ci sarà il più grosso numero di forzati del riposo c'erano già da smaltire 6 giorni di ferie per via dei tagli automatici di spesa. Per risolvere la questione quando la partita sarà chiusa dovrà intervenire il Congresso, approvando una mozione per rimborsare i dipendenti sospesi del mancato stipendio.

Ma in questo momento i politici hanno altro a cui pensare. La battaglia infuria per accumulare "punti" e gettare sull'avversario la responsabilità della chiusura. Il Senato si sta preparando a tornare al lavoro. Harry Reid il capo della maggioranza ha detto che considerera' l'ipotesi di una conferenza congiunta proposta dal presidente della Camera John Boehner.

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