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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2013 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 03 ottobre 2013 alle ore 08:13.

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Formigoni: Berlusconi dialoga, nuovo gruppo sospeso. Salta la manifestazione dei falchi  - Pdl, ora si tenta di evitare la frattura

Berlusconi cerca il dialogo con i dissidenti. E l'ipotesi che nelle prossime ore nascano gruppi parlamentari autonomi nel Pdl si allontana. Non è ancora chiaro se si tratta di un congelamento di questa eventuale soluzione o di uno stop definitivo. Quello che per adesso trapela è che «la linea del nuovo gruppo è sospesa. Abbiamo trovato un Berlusconi dialogante e anche per questo abbiamo sospeso l'iniziativa», spiega Roberto Formigoni al Senato riferendo dell'incontro che si è tenuto in mattinata a palazzo Grazioli tra il leader del Pdl e Alfano. «Ieri - aggiunge - eravamo 70 oggi abbiamo ancora altre adesioni». «L'unità del Popolo della libertà é l'obiettivo primario che dobbiamo avere in questa fase», sottolineano i senatori del Pdl, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, in un appello che lanciano a tutto il partito.

Domani si riunirà la Giunta per le elezioni del Senato. Già in serata o al massimo il giorno dopo dovrebbe arrivare il verdetto sulla decadenza di Berlusconi. Ieri l'ex premier ha annunciato, con un ultimo cambiamento di strategia, che il Pdl avrebbe votato sì alla fiducia all'Esecutivo di larghe intese. Un cambiamento di rotta che fa presumere che il voto di domani - anche se non risolutivo (sulla decadenza dovrà pronunciarsi nel giro di una ventina di giorni anche l'Aula di palazzo Madama) - non si ripercuoterà sulla stabilità dell'Esecutivo.

La manifestazione in piazza Farnese a Roma annunciata nei giorni scorsi per domani pomeriggio da Silvio Berlusconi sarebbe stata annullata. Il Cavaliere dopo una serie di contatti e incontri nella notte, avrebbe sciolto la riserva e deciso di non fare più la kermesse, voluta soprattutto dai falchi azzurri, Daniela Santanchè in testa, in segno di solidarietà al Cavaliere per protestare contro le aggressioni giudiziarie subite dal leader piediellino subito dopo la condanna in Cassazione del caso Mediaset.

Intanto la tragedia incombe con l'ennesimo naufragio di immigrati e la politica abbassa i toni. Angelino Alfano e gli altri ministri del Pdl hanno annullato la conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo la tragedia di Lampedusa. «Fatto punto su immane tragedia Lampedusa con Alfano e vertici ministero che si recheranno subito sul luogo disastro per i primi interventi», ha scritto su twitter il Consiglio Enrico Letta. Alfano riferirà domani alla Camera. A causa della tragedia, il gruppo del Pdl della Camera ha deciso di sconvocare la riunione prevista per le 13.30 e a cui doveva con ogni probabilità partecipare anche Silvio Berlusconi. «La tragedia di Lampedusa - si legge in una nota di Silvio Berlusconi - é troppo grande per poterci dedicare oggi alle vicende interne al nostro gruppo parlamentare e al nostro partito, chiedo dunque al presidente Brunetta di rinviare la riunione del gruppo prevista per oggi alle ore 13 ad altro momento nei prossimi giorni».

Nelle ultime ore l'attività dei pontieri è stata frenetica. Ieri sera, dopo il via libera della Camera alla fiducia al governo Letta, le due componenti del Pdl si sono riunite, in due posti differenti, per fare il punto sulla linea politica da adottare. I primi sono stati gli "scissionisti", in un palazzo nel centro di Roma. All'incontro ha partecipato anche il segretario Angelino Alfano. Presenti i ministri Pdl, Lupi, Quagliariello e Lorenzin, mentre non avrebbe partecipato Nunzia De Girolamo. Tra i senatori e i deputati, Formigoni, Costa e Augello. Sul tavolo la scelta di dare vita o meno a nuovi gruppi. Negli stessi minuti a palazzo Grazioli Silvio Berlusconi incontrava i suoi: a via del Plebiscito, residenza romana del Cavaliere, sono arrivati Raffaele Fitto, Paolo Romani, Mara Carfagna, Renata Polverini e Gregorio Fontana. Il senatore Carlo Giovanardi, Pdl, ai microfoni di Radio Città Futura oggi ribadisce che il divorzio tra le due ali del Pdl è stato sancito dalla nascita della nuova Forza Italia. «Sono loro gli scissionisti», sottolinea.

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