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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2013 alle ore 16:40.
«In Italia abbiamo oltre 120mila precari nella pubblica amministrazione, con tipologie diverse che variano da regione a regione e da comune a comune e anche nell'ambito del sistema statale. Stiamo costruendo un percorso di fuoriuscita che guarda tutto il Paese e in parte la Sicilia, che ha problemi diversi, perché ha un precariato storico che non può essere facilmente ricompreso in una norma di carattere generale». Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Giampiero D'Alia a Palermo parlando con i cronisti dei provvedimenti del governo Letta sulla stabilizzazione dei precari e delle misure previste per i circa 24 mila 'contrattisti', che lavorano nella pubblica amministrazione in Sicilia. «Su questo in Parlamento sono in discussione - ha aggiunto il ministro - alcune proposte, su cui il governo ha dato parere favorevole, che servono a tener conto della specificità della situazione siciliana». Per il ministro la politica siciliana «deve anche fare una profonda autocritica per aver prodotto questo fenomeno e per non aver fatto nulla in 20 anni per arginarlo».
Finita la stagione del bipolarismo
«Il dialogo con il Pdl è sempre stato cordiale, ma il punto è sui contenuti. In queste settimane è emerso che nel partito convivono due posizioni inconciliabili: quella di coloro che hanno presentato le dimissioni con l'apertura di una crisi al buio in un momento drammatico per il Paese e dall'altro la posizione responsabile di chi ha fatto cambiare indirizzo al Pdl votando la fiducia a Letta e assicurando stabilità all'Italia. Questo evidenzia come sia finita la stagione del bipolarismo così come l'abbiamo conosciuto nella Seconda Repubblica. Si apre una una fase diversa in cui i moderati che la pensano nello stesso modo devono stare insieme», ha detto il ministro per la Pubblica
amministrazione rispondendo ai giornalisti sulla possibilità di un dialogo tra l'Udc e il Pdl dopo la spaccatura nel partito di Berlusconi.
Serve legge sul diritto d'asilo
«La tragedia di Lampedusa deve far riflettere. Occorre mettere in campo diverse azioni: l'Europa deve far funzionare Frontex e l'Italia deve fare una legge sul diritto d'asilo perche' molti di questi migranti sono persone che fuggono da conflitti etnici, militari e religiosi», ha detto D'Alia a proposito dell'ennesima tragedia dell'immigrazione che si è consumata a Lampedusa. «Siamo davanti - ha proseguito - a un fatto epocale con cui
bisogna fare i conti. I rimedi finora approntati sono stati controproducenti e fallimentari e hanno finito per alimentare razzismo e xenofobia». Per il ministro occorre infine «dare un sostegno alla comunità di Lampedusa. Regione e Governo centrale facciano una legge speciale per l'isola perche' l'amministrazione comunale di Lampedusa ha bisogno di strutture e mezzi per fronteggiare gli arrivi e l'accoglienza dei migranti».
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