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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2013 alle ore 15:01.

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Si chiama Turaia il sistema dei telefoni satellitare che in questi anni ha salvato la vita a migliaia di migranti. Un operatore con base in Arabia Saudita, che gli uomini della Guardia costiera intercettano non appena arriva la prima telefonata di soccorso, di solito alla partenza delle imbarcazioni clandestine: agganciato quel numero, si mette in moto una procedura automatica che connette la centrale operativa di Roma della Guardia costiera con l'operatore saudita che comunica tutte le variazioni di tracciato di quella imbarcazione.

Un sistema sofisticato e semplice che in questi anni ha consentito di salvare migliaia di vite umane. Giovedì è andata storta. Il presunto scafista della barca della morte nega ogni addebito e dichiara di essere solo uno dei passeggeri scampati alla tragedia. Senza satellitare né telefonini Gsm – con cui gli scafisti chiamano la Guardia costiera o la Guardia di Finanza alla partenza e non appena varcate le acque territoriali che captano il segnale - le chance di sfuggire a morte quasi certa crollano vertiginosamente.

Oggi è una giornata frenetica nella macchina che coordina i soccorsi in mare. A Lampedusa è volato il comandante regionale della Guardia di Finanza Ignazio Gibilaro. Si valutano diverse opzioni per fronteggiare gli sbarchi delle prossime settimane: l'Africa e il Medio Oriente continueranno ad alimentare un flusso di migranti che potrebbe riportare le lancette dell'orologio all'emergenza di un paio di anni fa.

Gli alti ufficiali della Guardia Costiera però scuotono la testa. E snocciolano le cifre dell'attività a partire dal gennaio 2013:600 ore di volo dei ricognitori aerei, 5.564 ore delle motovedette, 270 barche assistite. La Sicilia è il fronte di una guerra non dichiarata che rischia di mandare in tilt la macchina dei soccorsi. Il comandante Vittorio Alessandro, ex portavoce della Guardia costiera e attuale presidente del parco nazionale delle Cinque terre, ha una soluzione: «Si deve modificare immediatamente la legge Bossi-Fini e programmare corridoi umanitari che consentono alle imbarcazioni di salpare e approdare senza ledere alcuna legge. Il sistema attuale fa comodo solo ai malfattori e alle gang che lo sfruttano per arricchirsi. Ogni potenziamento della già efficiente rete di controllo del Mediterraneo non porterebbe a risultati significativi: la legge dei vasi comunicanti non contempla deroghe di sorta». Alessandro allude alle differenze drammatiche di ricchezza tra due continenti, l'Europa e l'Africa, di cui Lampedusa rappresenta un confine solo illusorio.

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