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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2013 alle ore 16:56.

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Valentina Maio (Ansa)Valentina Maio (Ansa)

Solo due indizi. Uno: casacca rossonera. Due: la figlia del patron storico in consiglio di amministrazione. Se aggiungiamo una storia d'amore tra la giovanissima dirigente e un attaccante di punta, è fino troppo chiaro che si sta parlando della Virtus Lanciano. Gli abruzzesi affondano il Novara per 3-0 e si confermano ai vertici della serie B. Il tabellino parla chiaro: 18 punti, comando della classifica, cinque vittorie e zero sconfitte. Solo tre pareggi "rovinano" il miracolo improvviso di una società che, fino a due stagioni fa, sguazzava tra le ex C e i campionati dilettantistici.

La figlia del patron storico è il numero uno della società, Valentina Maio. Che la Virtus sia una questione di famiglia lo dice l'organigramma: Valentina presidente, il padre Francesco presidente onorario, il fratello Guglielmo amministratore delegato. Il marito, Manuel Turchi, gioca in rossonero con la fascia di capitano. Primi anni in Abruzzo, maturità a Padova, una "comparsata" al Pescara. Ora, di nuovo a casa. Con la partner in tribuna, e non (o non solo) da tifosa. «Ma su di lui – assicura il presidente – decide il tecnico». Che è quanto dire: se fa bene, dal primo minuto sulla linea offensiva. Se va male, in panchina.

La Maio guida la società abruzzese da sei anni. Tempo di agguantare la promozione in B, infoltire la rosa di giovani in prestito dalla A e spiazzare i concorrenti diretti per la massima serie. Ali ai sogni, ma piedi a terra: «L'obiettivo è restare in B – ripete sempre il presidente. Innamorata della sua piazza, un comune di 35mila anime che scalza i grossi nomi del campionato. Fantasie? Forse. Ma la Virtus regge il passo: otto giornate e nessun cedimento.

A proposito del tecnico: l'artifice a bordo campo del boom "virtussino" è Marco Baroni. Ex difensore ed ex tecnico della Primavera della Juve. Baroni manovra un undici a metà tra giovani, giovanissimi e vecchie guardie. Con una difesa che sbarra la strada dei "competitor" più blasonati. La B è lunga. E ritmi potrebbero cambiare. C'è spazio per i sogni? «Salvezza. Noi pensiamo alla salvezza» ripete la Maio, interrompendo chi sta per rompere il tabù: seria A. Ma finché sono sogni, male non fanno. Nel miracolo della B che vola, rete per rete, sui confini della massima serie.

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