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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2013 alle ore 08:22.

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ROMA
L'ad di Poste, Massimo Sarmi, ha già cominciato a simulare il valore delle sinergie da sviluppare tra il business delle Poste e quello di Alitalia. I binari su cui può muoversi sono tre: il potenziamento e ampliamento su più tratte del trasporto aereo della posta - oggi affidato alla controllata Mistral - utilizzando il comparto areo commerciale e cargo di Alitalia. Lo sviluppo dell'e-commerce, settore in cui il gruppo guidato da Sarmi ha mosso da meno di un anno i primi passi, puntando a realizzare la filiera completa, dal portale per l'acquisto, all'imballaggio e spedizione fino al trasporto via aerea. E ancora: la messa a fattor comune di canali di vendita per i biglietti on line e l'accentramento su Poste della gestione dei sistemi operativi di Alitalia, delle infrastrutture informatiche e logistiche. C'è poi l'utilizzo della flotta di Mistral, che con 7 aerei oltre alla posta oggi trasporta anche i pellegrini, per creare all'interno di Alitalia di una compagnia low cost. Un obiettivo, quest'ultimo, ambizioso, visto che la compagnia rilevata da Poste attraverso Tnt nel 2002 non gode di buone condizioni di salute: il 2012 si è chiuso con una perdita di 8,2 milioni di euro (contro circa 2 milioni del 2011) portando capitale al di sotto del minimo legale.
Sarmi sta mettendo a punto un progetto di business plan dettagliato perchè dovrà giustificare davanti al suo consiglio di amministrazione (incluso il rappresentante della Corte dei conti) e di fronte al ministero dell'Economia, che detiene il 100% del capitale del gruppo postale, il valore industriale della nuova diversificazione. Un cda straordinario di Poste per esaminare il piano e per approvare l'operazione dell'ingresso in Alitalia potrebbe essere previsto già la prossima settimana, anche se ieri non risultava ancora convocato. Ci sono poi una serie di aspetti cruciali che il top manager deve aver negoziato con i soci di Alitalia (o con il governo) e che dovrà spiegare al suo board: quale governance avrà Alitalia, e cioè a chi spetterà nominare quei manager che garantiranno l'attuazione delle sinergie previste dal piano di Sarmi. Secondo indiscrezioni non confermate, il numero uno di Poste avrebbe chiesto la designazione del presidente del vettore ma anche voce in capitolo su figure chiave come il Cfo, il responsabile della logistica e dell'It, oltre a prevedere il suo ingresso in cda come consigliere. E ancora: dovrà essere chiaro quale sarà la valutazione di Alitalia da cui si parte per stabilire le quote azionarie che ogni socio avrà a valle dell'aumento. Se si concorda che il vettore ha valore zero, la quota di Poste sarebbe pari al 25 per cento. Se invece, come alcuni soci attuali pretendono, si riconosce un valore di partenza alla compagnia quella quota si riduce: per arrivare al 15% a fronte di un versamento di 75 milioni, ad Alitalia dovrebbe essere riconosciuto un valore di 200 milioni. Il manager ha comunque un po' di tempo, visto che per sottoscrivere l'aumento ci sarà tempo fino a metà novembre.

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