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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2013 alle ore 17:03.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2013 alle ore 23:19.

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(Ap)(Ap)

«Non c'è accordo». Lo ha detto il leader dei democratici in Senato Harry Reid ai senatori democratici. Reid avrebbe detto che il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, si è allontanato dall'intesa e le trattative sono al momento concluse. A riferirlo è stato il senatore democratico Chris Coons. Le trattative restano sospese almeno fino a che i repubblicani alla Camera non definiranno il loro piano su come procedere sul debito.

Il presidente americano, Barack Obama - in un'intervista televisiva - si dice fiducioso sul fatto che lo stallo sull'innalzamento del tetto del debito sarà superato. «Ma non è rimasto molto tempo», aggiunge. La Casa Bianca insiste sulle negoziazioni. E stronca senza attenuanti il blitz della controparte conservatrice: «La legge della Camera serve a far felici un piccolo gruppo di estremisti del Tea Party -ha reso noto lo staff di Obama . È tempo che la Camera segua il Senato, dove i negoziati sul debito stanno andando avanti in buona fede».

Reid (Democratici): senza accordo, possibile downgrade
Nel frattempo, in ambiente democrat, si parla già di downgrade.Le agenzie potrebbero tagliare il rating degli Stati Uniti «già questa sera» se non si troverà un accordo per alzare il tetto del debito ed evitare il default del Paese, inevitabile se non si formalizza un'intesa entro il 17 ottobre. Lo ha detto il leader di maggioranza al Senato Harry Reid, senza trovare conferme - per ora - da parte delle agenzie di rating : Moody's e Fitch non hanno voluto commentare le dichiarazioni. Reid concorda con Obama sul no immediato al contropiano dei Repubblicani. Il testo, ha detto Reid, «non ha speranza» di essere approvato al Senato. «Non è altro che un lampante attacco allo spirito bipartisan». In precedenza Reid si era detto ottimista sulle chance di un accordo entro la settimana. «Ci sentiamo colpiti alle spalle dalle notizie che arrivano dalla Camera. Voglio essere chiaro: il testo della Camera non sarà approvato dal Senato».

"L'agguato" all'Obamacare
I repubblicani avevano pianificato di votare un proprio provvedimento per alzare il tetto del debito e sul finanziamento delle attività federali. A quanto riporta il quotidiano Politico, il testo avrebbe previsto il rinvio dell'applicazione di alcune parti della «Obamacare», riforma della sanità contestatissima dai conservatori.

Nel dettaglio, il testo proponeva il rinvio di due anni la tassa sulle apparecchiature mediche, l'introduzione di una verifica sul reddito prima della concessione dei sussidi e di un emendamento per rimuovere benefit sanitari per i membri del Congresso e del Gabinetto del presidente. In cambio, il tetto del debito sarebbe alzato fino al 7 febbraio e il finanziamento delle attività federali sarebbe garantito fino al 15 gennaio. Il voto della Camera sul provvedimento potrà arrivare già oggi, come ha fatto sapere il deputato Charlie Dent.

Il calendario: 48 ore per il via libera
I margini si fanno sempre più stretti. Se l'accordo al Senato sarà ufficializzato, Capitol Hill avrà 48 ore di tempo per approvare la misura anti-default. Il calendario è serratissimo: il Senato che dovrebbe votare oggi stesso la misura, prima della scadenza del 17 ottobre. Giovedì prossimo. Dopo quella data, il Tesoro non avrebbe più la liquidità necessaria a coprire le spese.

Nell'attesa, parlano i democrats. I leader democratici al Congresso sperano che l'accordo sia trovato «questa settimana». Il leader di maggioranza al Senato, Harry Reid, si sbilancia su un cauto ottimismo: «le trattative produttive - ha spiegato - continuano ad andare avanti». A quanto riportano i principali media americani Reid non ha fatto cenni alla notizia, trapelata separatamente, sull'iniziativa della controparte repubblicana alla Camera.

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