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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 10:57.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2013 alle ore 16:50.

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Apple celebra l' arrivo di Angela Ahrendts con una pessima notizia. Ad annunciarla è stato il ministro delle finanze di Dublino, Michael Noonan per la prima volta esplicito nel denunciare le società "senza stato". Si riferiva a multinazionali fiscalmente apolidi, in grado cioè di aggirare la tassazione sugli utili saltando da una giurisdizione all'altra. Il caso riguarda direttamente Apple e direttamente Dublino, ma non solo. Una relazione del Senato Usa ha stabilito che le maglie larghe della fiscalità irlandese hanno consentito ad Apple di pagare tasse del 2 per cento, molto meno dell'aliquota del 12,5 per cento ( record in Europa) che l'Irlanda impone alle imprese registrate sul proprio territorio.

Su un volume d'affari off shore di 44 miliardi di dollari, i risparmi di Apple sono stati consistenti. La decisione irlandese confermata dal ministro Noonan di non consentire più a società registrate sul proprio territorio di operare senza una certa residenza fiscale segue dunque le pressioni Usa e in una certa misura quelle europee, ma non metterà fine del tutto agli equilibrismi fiscali che le norme irlandesi continuano a consentire con l' esplicito obbiettivo di attirare investitori stranieri. Si chiude il buco Apple dunque, ma restano aperte altre vie di fuga Made in Ireland che continueranno a permettere il trasferimento degli utili da sussidiarie delle stessa società registrate in Paesi diversi.

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