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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 10:01.
L'ultima modifica è del 16 ottobre 2013 alle ore 10:16.

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«Contiamo di risolvere al situazione in giornata, ci sono contatti con la Germania» dice il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, riguardo alla situazione di stallo che si è venuta a creare sulla destinazione della salma di Erich Priebke. Il corpo del gerarca nazista responsabile della strage delle Fosse Ardeatine è all'aeroporto militare di Pratica di Mare, dopo aver lasciato questa notte Albano Laziale, la cittadina alle porte di Roma teatro, ieri, di forti tensioni per essere stata scelta come luogo dei funerali del criminale di guerra.

Scortata da agenti in tenuta antisommossa e mezzi blindati, la bara ha lasciato il convento San Pio X dei padri lefebvriani alle 00.44, a bordo di un furgone blu, dopo ore di proteste ininterrotte da parte di un migliaio di cittadini e di manifestanti anti fascisti che hanno ottenuto, di fatto, la mancata celebrazione del rito funebre. La partenza del feretro, tuttavia, non ha portato la calma: sono proseguiti i tafferugli tra la polizia e i manifestanti, con l'uso di lacrimogeni, facendo registrare qualche contuso. Il sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, ha seguito in prima persona la trattativa con il ministero dell'Interno e il prefetto di Roma, Pecoraro, affinché la salma di Priebke lasciasse «il prima possibile» il comune dei Castelli romani, medaglia d'argento al valore civile per la resistenza - con il concittadino Marco Moscati tra le vittime dell'eccidio delle Fosse ardeatine, nel marzo 1944 .

«Non c'è stato nessun funerale, la cerimonia non è mai iniziata, io ho rimesso il mio mandato e ora toccherà alle autorità decidere cosa fare della salma di Priebke» ha detto Paolo Giachini, l'avvocato del gerarca nazista e che curava le disposizioni per le esequie per conto della famiglia. Giachini è andato via dalla sede della Confraternità dei Lefebvriani ad Albano Laziale, spiegando che la salma è rimasta nella sede. «Io ho dovuto rimettere il mio mandato, non rappresento più i familiari, non ho potuto fare quello che mi diceva la mia coscienza, è stato impedito ad una serie di miei collaboratori e a una ventina di ragazzi che erano fuori di entrare, conoscevano Priebke e volevano dargli l'ultimo saluto ma la polizia non li ha fatti entrare», ha spiegato Giachini a TMNews, aggiungendo: «Abbiamo aspettato per ore le persone che dovevano entrare, ma non potevano quindi non abbiamo neanche iniziato la cerimonia, anche il figlio se ne è andato via per la gazzarra». Alla fine anche Giachini è andato via: «Non ho potuto far celebrare così il rito e ora ho rimesso il andato come esecutore della volontà della famiglia. La salma resta lì alla sede della confraternita dei lefebvriani, senza sapere dove andrà. Saranno ora le autorità a a dover decidere cosa fare, io non c'entro più nulla».

«Ieri siamo stati costretti a sospendere le esequie perché c'era il rischio si potessero trasformare in un raduno di neonazisti» ha sottolineato il prefetto Pecoraro riguardo lo stop di ieri alle esequie di Priebke nell'Istituto dei padri lefevriani Pio X ad Albano. Una ventina di persone infatti, spacciandosi come familiari di Priebke, stavano per entrare in chiesa. Dopo alcuni accertamenti e vista la giovane età, incompatibile con parentele dirette all'ex SS, sono stati allontanati e il funerale sospeso. Tra le persone che avevano tentato di partecipare ai funerali anche Maurizio Boccacci, già Avanguardia Nazionale e leader del Movimento Politico Occidentale disciolto per la legge Mancino, ora a capo di Militia.

Amaro il commento del presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. «Quando sapremo tutto capiremo che qualcuno è stato ingannato da un millantatore che non ha garantito la tranquillità che aveva promesso». E sul legale dell'ex SS, Paolo Giachini. «Ha gestito la salma come fosse cosa sua - ha detto Pacifici- era solo un tutore legale di Priebke il cui mandato è scaduto automaticamente con la morte».

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