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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2013 alle ore 08:22.

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Tra empasse decisionale e problemi legali, la salma di Erich Priebke rimane al centro di «una vicenda complessa» (come la definiscono fonti del Governo) i cui esiti finali restano difficili da prevedere. Dopo essere rimasta per un giorno nell'aeroporto militare di Pratica di Mare, dove sembrava destinata a rimanere a lungo in attesa dopo il mancato funerale ad Albano, la salma è stata portata via. Destinazione, al momento, ignota.
L'esecutivo sta lavorando «per trovare una soluzione in un contesto tecnico-giuridico complicato», riporta sempre la stessa fonte governativa attraverso l'agenzia Ansa. E sulla vicenda è intervenuta anche la magistratura: la Procura di Velletri ha aperto un fascicolo sugli scontri a latere del funerale mai svolto, e che ha sollevato un polverone politico coinvolgendo anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.

I funerali sono stati interrotti perché «si stavano trasformando in un raduno neo nazista», replica il prefetto, spiegando che non spetta a lui ora «decidere cremazione o sepoltura». La vicenda, è l'opinione del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, «non è stata gestita bene», mentre per Fabrizio Cicchitto del Pdl è «assurdo dare responsabilità al prefetto». Vendola e Sel, invece, chiedono spiegazioni al Governo con un'interrogazione parlamentare al ministro Alfano. Cerca di stemperare la polemica il ministro degli Esteri, Emma Bonino. «Penso che la memoria non vada cancellata» - dice - ma allo stesso tempo «isterie di vario tipo non aiutano».

Al termine di una giornata fatta di indiscrezioni ed ipotesi, l'ultimo colpo di scena: il feretro non è più a Pratica di Mare. E così, a cinque giorni dalla morte dell'ex ufficiale delle Ss, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, vige ancora la più assoluta indecisione ancora dopo il giorno del 70/mo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma. Restano ancora da stabilire modalità, data dell'eventuale cerimonia funebre e luogo di sepoltura del nazista.

Paolo Giachini, l'ormai ex avvocato di Priebke, fa sapere che «l'ipotesi cremazione è possibile». Ma al riguardo, fonti di governo precisano che la legge italiana sulla cremazione «pone condizioni precise, dalla volontà della persona all'autorizzazione dei familiari, che al momento non sussistono»; e che prescrizioni rigorose sono previste anche dalle legislazioni di Stati che potrebbero entrare nella vicenda.

Un'ipotesi è che la Germania possa accettare il rientro della salma. E proprio su questa possibilità un primo contatto informale tra Roma e Berlino c'è già stato - come confermato dal sindaco della capitale, Ignazio Marino -, anche se Martin Schaefer, portavoce del ministero ministro degli Esteri tedesco, fa sapere che «non dipende da noi trovare una soluzione». «La cura dei morti - dice - tocca allo Stato dove una persona è deceduta», e quindi all'Italia. L'ultima parola, però, precisa, sarà quella dei parenti di Priebke. Ma al momento i due figli non hanno avanzato alcuna richiesta per avere la salma del genitore.

Il ministro degli Interni del Brandeburgo, dove rientra il comune natale di Priebke - Hennigsdorf - ha ipotizzato anche la possibilità di una tomba senza nome qualora fosse «inevitabile» far rientrare la salma in Germania. Tra le altre indiscrezioni spunta anche l'eventualità di sepoltura nel cimitero tedesco di Cassino, nel Frusinate, anche se il sindaco ha subito manifestato la sua «ferma contrarietà».

Intanto, dopo il caos scoppiato ai Castelli Romani, Paolo Giachini, l'ormai ex avvocato di Priebke, annuncia anche che sarà celebrato anche il trigesimo della morte del suo ormai ex assistito e che presto sarà pubblicato l'annunciato video-testamento dell'ufficiale nazista.

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