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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 07:12.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2013 alle ore 15:24.

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Barilla rilancia sugli investimenti. E dopo i 40 milioni dello stabilimento per i sughi di Rubbiano, investe altri 15 milioni nel polo storico di Parma-Pedrignano per il più grande magazzino automatizzato del mondo.

Ieri in occasione del taglio del nastro, con la partecipazione del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, nell'ambito dellevento "Barilla e la ricetta per il futuro: tecnologia e innovazione Made in Italy", il presidente Guido Barilla ha ribadito gli ambiziosi traguardi del colosso alimentare: «Raddoppiare il fatturato entro il 2020». Questo significa che per balzare da 3 a 6 miliardi si dovrà crescere di 300-400 milioni l'anno. Come? «Sia per linee interne che con acquisizioni» dichiara a «Il Sole 24 Ore» Barilla. Poi spiega: «Le acquisizioni le stiamo valutando. Dove? Per ora non posso confermare se in Nord o Sud America o in Asia».

Forse lo shopping potrebbe iniziare dal Brasile, dove le potenzialità sono enormi e la società ha stretto una partnership commerciale. Negli Stati Uniti il gruppo Barilla sta inoltre per inaugurare a New York il primo di una catena di ristoranti "Academia Barilla", il cui format è stato preparato con la società spezzina Costa Group.

Quanto al business «per la chiusura di questanno siamo fiduciosi ha detto Barilla Il mercato italiano arretra dell1% a volume ma cresciamo del 5% all'estero».

Tornando al magazzino automatizzato, questo ha una superficie di 40mila metri quadrati (come otto campi di calcio), ha una capacità di 80mila pallet, 120 autoveicoli caricati ogni giorno da 54 carrelli. «La tecnologia utilizzata ha detto Barilla è di quelle di frontiera».

Il nuovo magazzino di Pedrignano è adibito allo smistamento della merce prodotta nello stabilimento stesso (principalmente pasta di grano duro e alluovo) e della merce proveniente da altri stabilimenti (sughi, biscotti, prodotti da forno).

Il magazzino hi tech permetterà a Barilla di migliorare il servizio offerto alla grande distribuzione organizzata e di essere dunque più competitiva. «Pedrignano ha commentato Claudio Colzani - ad del gruppo emiliano - gestisce un quarto dei volumi globali di Barilla e quasi la metà di tutta la pasta e i sughi prodotti dall'azienda e venduti in tutto il mondo, dal Brasile al Giappone».

Fiore all'occhiello della struttura è la tecnologia Lgv di cui sono dotati i carrelli adibiti al trasporto e stoccaggio delle merci e il software di supervisione dell'impianto. Prodotti da Elettric80, azienda italiana di Reggio Emilia, i carrelli si muovono senza l'ausilio di fili o binari utilizzando un software sofisticato che identifica gli ordini, localizza in tempo reale la posizione dei pallet da stoccare o prelevare e interagisce con i carrelli attraverso una rete in radiofrequenza. La struttura consentirà inoltre di ridurre del 40% la bolletta elettrica e del 20% quella termica.

«I carrelli sottolinea Barilla si auto-sostituiscono la batteria: depositano quella scarica nell'area di ricarica e montano quella carica. Le batterie costano 500mila euro e durano 5 anni».

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