Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2013 alle ore 17:12.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2013 alle ore 17:26.

My24

Manovre in corso su quello che è stato già battezzato il "voto del secolo", cioè quello sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Negli ultimi giorni si segnalano novità sia sul fronte degli equilibri in Aula tra chi è per la decadenza e chi è contrario, sia su quello della procedura da seguire fra voto palese o segreto.

Gli equilibri in Aula
I numeri dell'aula del Senato, che fino a qualche giorno fa sembravano nettamente a favore della decadenza del Cavaliere, adesso cominciano a essere meno certi. La scissione di Scelta Civica fra montiani e popolari sembra aver portato acqua al mulino di Berlusconi: Pierferdinando Casini e Mario Mauro, capofila dell'ala "popolare" che si è staccata da quella montiana, hanno annunciato di non avere ancora scelto come votare e lo stesso hanno fatto alcuni degli undici senatori che li hanno seguiti. In molti ora scommettono che in queste file il Cavaliere troverà molte ciambelle di salvataggio, soprattutto se il voto sarà segreto.

Il dilemma sul tipo di voto
Qui si apre un capitolo dirimente per l'effetto che potrebbe avere sull'esito del voto in Aula. Si dice che il voto segreto possa favorire il Cavaliere perché, nel segreto dell'urna, qualche Dem e molti centristi di Scelta civica potrebbero decidere di votare per la permanenza del Cavaliere al suo posto. Si dice, ancora, che qualche grillino potrebbe votare no alla decadenza per poi accusare il Pd di aver salvato Berlusconi. Il dilemma sarà risolto martedì 29 quando la giunta del regolamento voterà e deciderà se lo scrutinio sul Cavaliere sarà palese o segreto. Al momento 6 componenti sono schierati per il voto segreto e 6 per quello palese. Due sono incerti (Zeller di Svp e Lanzillotta di Scelta civica). Ma entrambi hanno fatto intendere che al momento prediligerebbero il voto segreto trattandosi di un voto «sulla persona». Senza contare che dubbi stanno emergendo anche nel Pd (formalmente schierato per il voto palese). Domenica, ad esempio, il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo ha espresso le sue perplessità sul voto palese che potrebbe essere considerato come un voto «contra personam». Mentre, dunque , il Pdl anche oggi insiste perché il consiglio dei ministri cambi la legge Severino decretandone la non retroattività, il vero salvataggio per il Cavaliere potrebbe arrivare proprio dall'Aula del Senato. Anche se, per questo, bisognerà restare con il fiato sospeso fino all'ultimo momento.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi