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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2013 alle ore 19:57.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2013 alle ore 20:27.
Sull'emergenza immigrazione l'Italia chiede risposte dalla Libia. «Non vogliamo, nè accetteremo dalle autorità libiche mezze risposte o risposte insufficienti, non è immaginabile che ci siano dalla Libia atteggiamenti meno che cooperativi». Lo ha sottolineato il premier Enrico Letta, parlando di immigrazione dopo l'incontro a palazzo Chigi con il premier greco Antonis Samaras. «Vogliamo risposte molto forti - ha spiegato - , abbiamo intenzione di essere molto attenti alle coste e ai porti libici . Per noi il pattugliamento del mare non è quello delle acque attorno a Lampedusa o alla Sicilia ma andare a far sì che le autorità libiche si assumano le responsabilità, andare lì fino all'estremo».
Il premier: non accetteremo dai libici mezze risposte
«Lavoreremo affinché la costa libica venga pattugliata. Ma - ha continuato il presidente del Consiglio - non accetteremo più dalle autorità libiche mezze risposte o risposte insufficienti. Per noi il pattugliamento del mare vuol dire andare lì a far sì che le autorità libiche si assumano le loro responsabilità».
Samaras: Italia e Grecia devono risvegliare le coscienze
Il problema dell'immigrazione illegale, ha ricordato Samaras nella conferenza stampa al termine dell'incontro, è diventato «non solo una sfida ma una vera minaccia». Secondo il premier greco è una «tragedia umana». Italia e Grecia devono «risvegliare» le coscienze dei partner europei. «In molti casi -ha aggiunto - i migranti vengono da Paesi in guerra , in altri da paesi con problemi economici». Si tratta comunque di un «processo destabilizzante -ha proseguito- perchè non possiamo assorbirli e integrarli, nè possiamo permettere loro di procedere verso il nord Europa».
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