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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2013 alle ore 12:25.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2013 alle ore 15:40.

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Mentre il file "legge di stabilità" è partito verso Bruxelles dove dovrà ricevere il via libera entro meno di un mese i partiti, che da oggi discutono il provvedimento in Senato, fanno scattare l'assalto ai vincoli di bilancio Ue. Un assalto rigorosamente bipartisan.

Le ragioni del Pd
È il viceministro dell'Economia Stefano Fassina a sferrare l'attacco all'Europa da sinistra e dall'interno dello stesso governo. Fassina, che nella scorsa settimana ha minacciato le dimissioni perché le sue istanze sulla manovra sarebbero rimaste «inascoltate», ora annuncia di aver deciso di rimanere al governo «per combattere il rigore imposto dalla Ue». Dopo aver ottenuto dal premier Enrico Letta la delega a seguire l'iter parlamentare della manovra, il viceministro sfoga tutta la sua rabbia nei confronti dell'Europa: «Bisogna sapere che un vero choc per la ripresa non è nella disponibilità né del governo Letta né di qualsiasi altro governo nazionale. L'epicentro del conflitto è Bruxelles, non Roma». Poi Fassina allarga le motivazioni del malcontento nei confronti della Ue: «La politica economica prevalente - lamenta - è insostenibile non per l'Italia ma per l'intera eurozona. Mette a rischio la moneta unica e la stessa democrazia come dimostra il boom dei partiti xenofobi e nazionalisti in tutto il Continente».

La posizione del Pdl
Meno nuova ma ugualmente forte la posizione anti-Ue del Pdl. A farsene interprete è oggi l'ex ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani: «L'Italia in Europa non sa farsi rispettare. Basti pensare al comportamento di Saccomanni che ha preferito fare una manovra da 11,6 miliardi per rimettere a posto le cifre e correggere quel 3,1 al 3,0. Questo la dice lunga sullo stato di soggezione del nostro Paese nei confronti dell'Ue. Un governo delle larghe intese dovrebbe servire anche a questo: a farci rispettare in Europa. Un esempio da seguire? La Germania».

Imminente il prossimo consiglio Ue
Il dibattito italiano si riapre, fra l'altro, nell'imminenza del prossimo consiglio europeo fissato per il 24 e 25 ottobre. Quello di giovedì e venerdi non solo sarà il primo vertice europeo del dopo elezioni in Germania con la riconferma di Angela Merkel, ma sarà una riunione cruciale per il futuro della Ue dal momento che all'ordine del giorno figurano argomenti di prima grandezza in questo frangente politico ed economico: crescita, competitività e occupazione e unione economica e monetaria.

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