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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2013 alle ore 18:39.

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«Se la Rai vuole vendere, privatizzare, siamo qua». Il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar conferma ai microfoni di Radio24 il suo interesse per la televisione di Stato italiana. Nel mirino dell'imprenditore, intervistato da Gianni Minoli nella trasmissione Mix24, si profila anche La7: «La7 non è in vendita, ma se Urbano Cairo cerca un socio, sono qui. E se la R ai volesse vendere...». Ben Ammar ha ribadito di non essersi mai sbilanciato su un'offerta ufficiale, finora, perché sarebbe in conflitto di interessi con le sua posizione di consigliere Telecom. E parla a braccio, da Berlusconi («innocente») all'ipotesi, di suo gradimento, di un Della Valle in veste di editore.

«Penso - ha aggiunto - che sarà una cosa positiva privatizzare la Rai, la politica esce fuori dalla televisione. Per rinnovare la concessione dovremmo vedere la linea editoriale che il servizio pubblico dovrebbe avere».

Usigrai: la Rai non è in vendita

Il feedback di viale Mazzini è immediato. E negativo: «La Rai non è in vendita. Spiace deludere l'imprenditore Tarak Ben Ammar, ma nessun grande Paese europeo si è privato del Servizio pubblico radiotelevisivo« ha ribadito il segretario nazionale dell'Usigrai, Vittorio di Trapani. Di Trapani dice la sua sulla «liberazione dai partiti» invocata da Ben Ammar. E gli rinfaccia di essere già incappato in conflitto di interessi per il suo ruolo nel cda di Mediobanca: «Per farlo non serve privatizzare, ma approvare alcune riforme: cambiare la legge di governance, nuovi limiti antitrust e una seria legge sui conflitti di interesse. A proposito di conflitti di interessi, ricordiamo che Tarak Ben Ammar è consigliere di amministrazione di Mediobanca, che proprio ieri è tornata ad occuparsi dei conti della Rai e che non più di tre mesi fa fissò anche il prezzo di una eventuale vendita».

«Berlusconi è innocente. In politica? Vedrete...»

L'imprenditore spazia, a tutto campo, sullo scenario italiano. Berlusconi? «Non è ancora finito. Avrete delle soprese» risponde Ben Assar , proponendo un paragone con Charles De Gaulle: «Ricordiamoci di De Gaulle, c'erano tre partiti di destra e ha saputo gestire la Francia quando tutti pensavano che era vecchio e finito». L'imprenditore cita anche Marina, la «figlia geniale» che «non lascia da solo» il Cavaliere. Diplomatico il commento sul divorzio con Veronica Lario: «Colpa di tutti e due. In una coppia, quando si separa, le colpe sono di entrambi».

Sul fronte giudiziario, nessun dubbio sulla «innocenza» di Berlusconi nel caso Mediaset. Agrama «non è mai stato socio di Berlusconi, sono io il suo unico socio estero». , parlando di Frank Agrama, condannato nel processo riguardante la compravendita di diritti televisivi Mediaset. «Berlusconi - ha aggiunto - é innocente assolutamente, non é finita la ricerca della giustizia». Ben Ammar ha anche lamentato il fatto di non essere mai stato chiamato dai giudici su questo argomento.

Rcs, «Della Valle sarebbe ottimo editore»

Ben Ammar si esprime anche su Rcs. Per i vertici del gruppo, l'imprendtoria si augura che "ci sia un editore. Ho sempre detto che Della Valle sarebbe un ottimo editore, ha i soldi e la voglia". Sulle frizioni con il patron della Tod's - dopo gli attacchi al presidente di consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli e all'ex presidente delle Generali Cesare Geronzi - Ben Ammar nega attriti personali e sostiene di aver solo «chiesto rispetto per l'età».


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