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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 14:10.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 19:12.

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La prima volta dei bancari in piazza. Per lo sciopero della categoria, il primo da 13 anni, tutti i sindacati hanno organizzato giovedì 31 ottobre un corteo a Ravenna, città del presidente Abi Giovanni Patuelli (numero uno della locale Cassa di Risparmio) e manifestazioni a Roma, Genova, Padova e Milano. L'evento sarà anche preceduto il 30, in occasione della giornata del Risparmio dell'Acri, da un presidio a Roma e a Milano. Lo sciopero è proclamato contro la disdetta anticipata del contratto collettivo consegnata dall'Abi.

Dal giorno 30 di ottobre incominceremo con il blocco delle trattative a livello aziendale e una serie di manifestazioni, a Roma davanti al Palazzo della Cancelleria e a Milano davanti alla Borsa. Il 31 ci sarà una manifestazione a Ravenna e analoghe iniziative a Milano, Roma, Padova e Genova». Così ha dichiarato il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, durante la conferenza stampa unitaria in cui erano presenti anche i vertici di Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Fabi-Ugl e Dircredito.

«L'Abi - ha aggiunto Agostino Megale, segretario della Fisac-Cgil - dovrà fare un passo indietro rispetto alla scelta di disdettare il contratto nazionale. È indispensabile che il presidente del Consiglio chieda un atto nell'interesse del Paese in modo che la legge di stabilità aiuti il sistema bancario e questo dia una mano al Paese». Giulio Romani, segretario generale Fiba-Cisl ha ricordato l'iniziativa della raccolta di firme per «mettere un tetto allo stipendio dei manager delle società quotate in Borsa» per equipararlo a quello dei manager Pa che non può superare i 294mila euro rivalutabili.

«C'è anche il problema del rinnovo del fondo del sostegno al reddito e occupazione - è intervenuto Masi - che scade il 31 ottobre. Ci sono notizie pericolose che non lo farebbero adattare alla legge Fornero».

Lando Sileoni, segretario generale della Fabi avverte: «Dal 2000 al 2020 saranno stati persi circa 70mila posti di lavoro. Mentre il Governo garantisce agevolazioni fiscali alle banche sembra essersi dimenticato delle categorie». Tra le richieste di Sileoni c'è «un modello di banca diverso. Non si permetterà che 140 miliardi di sofferenze del settore vengano scaricate sui lavoratori». «Tra i nostri obiettivi - aggiunge il leader della Fabi - c'è quello di garantire la categoria con un unico contratto che tuteli tutti i 309mila lavoratori».

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