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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2013 alle ore 14:40.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 17:09.

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Si tenta con grandi difficoltà di trovare un'intesa sulla riscrittura della legge elettorale. Impresa che si è sempre risolta - dopo accelerate e frenate - con un nulla di fatto. E se la politica non sarà in grado di fare il suo mestiere potrebbe essere zittita dal giudizio della Corte costituzionale (atteso a dicembre) in grado di affondare il vituperato Porcellum. Finora governi politici, tecnici e di larghe intese hanno fallito. Anche perchè se sono in molti a denigrare il Porcellum, sono anche tanti i simpatizzanti che pensano, conti alla mano, alla convenienza di mantenere in vita la legge Calderoli. Bocciata dal suo stesso promotore.

La politica arrivi prima della Corte Costituzionale
Il Capo dello Stato auspica da tempo che la politica arrivi prima della Corte costituzionale. Sul tema dopo la convocazione della maggioranza da parte del Capo dello Stato si sono irrigidite le posizioni delle opposizioni con Lega e M5S che non hanno partecipato all'incontro. «La Lega è disponibile a discutere sulle riforme, ma che siano riforme vere», ha detto il governatore del Piemonte Roberto Cota. E ribadisce che «è stato un errore convocare, come è stato fatto in tutta fretta, solo la maggioranza». Il Capo dello Stato ha incontrato gli esponenti della maggioranza, Sel e Fratelli d'Italia, mentre nei prossimi giorni toccherà alla Lega. Dopo le polemiche sui colloqui avvenuti al Colle, il Capo dello Stato ha tenuto a sottolineare come questi non avallino alcuna «prevaricazione della maggioranza sulle minoranze».

Il 31 ottobre il "no Porcellum day"
Per il 31 ottobre è previsto il "no Porcellum day" lanciato dal vicepresidente della Camera del Pd Roberto Giachetti, in sciopero della fame da tre settimane per chiedere la riforma della legge elettorale (campagna #noporcellum).

Bruno: Napolitano si augura che il lavoro sia celere
«Il presidente della Repubblica si augura che il nostro lavoro sulla legge elettorale sia celere e chiede di essere informato se ci sono rallentamenti», ha sottolineato il relatore del ddl di riforma della legge elettorale Donato Bruno (Pdl), insieme alla relatrice Doris Lo Moro (Pd) al termine della seduta della commissione Affari costituzionali dove é stato presentato uno schema di lavoro per la riforma.

Renzi spinge per la "legge dei sindaci"
In molti auspicano che la scelta cada sulla "legge dei sindaci". Come Matteo Renzi. «La legge elettorale che funziona - ha detto Renzi - è quella dei sindaci, dove dai a uno il compito di rappresentarti e se sbaglia va a casa. Ma non ci sono inciuci». Per il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando «è un bene che Renzi intenda in qualche modo dare una mano al governo ad affrontare alcuni nodi che ha di fronte. Credo che nel 2015 dovremo trarre delle conclusioni su questa esperienza, avendo portato a casa, mi auguro, una legge elettorale».

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