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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2013 alle ore 08:20.

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NEW YORK
Edward Snowden, il grande "disertore" dello spionaggio elettronico americano, è pronto a collaborare con le autorità della Germania nelle indagini sulle vaste attività internazionali di intercettazione condotte della National Security Agency anche ai danni del cancelliere Angela Merkel. E ha messo l'offerta per iscritto: la sua lettera è stata recapitata ieri a Berlino dall'influente esponente dei Verdi Hans-Christian Ströbele, che giovedì ha incontrato per diverse ore Snowden a Mosca. Il 74enne Ströbele, a prova dell'incontro, ha reso pubblica una foto a fianco del fuggiasco, che ha invitato apertamente a testimoniare davanti al Parlamento della Germania.
L'apertura di credito del politico tedesco a Snowden, se avrà seguito, potrebbe creare una nuova escalation delle tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Germania. I due governi alleati sono ai ferri corti dopo le rivelazioni, già frutto delle rivelazioni di Snowden, che la Nsa ha a lungo ascoltato le comunicazioni cellulari della Merkel e di decine di leader mondiali. Il gelo calato tra le due potenze ha contagiato di recente anche la cooperazione economica: il Tesoro americano ha accusato le politiche tedesche di essere troppo dipendenti dall'export e danneggiare il resto dell'Europa e il mondo. Berlino ha risposto seccamente di considerare «incomprensibili» le accuse di Washington.
Prima di compiere passi di cooperazione, l'ex dipendente della Nsa ha chiesto garanzie di sicurezza, rendendosi disponibile «quando le difficoltà della situazione umanitaria saranno state risolte». Ströbele ha precisato che Snowden verrebbe in Germania dalla Russia, dove ha trovato per adesso rifugio, qualora potesse restare nel Paese o in una nazione simile. Il fuggiasco scrive di «non vedere l'ora di poter parlare con voi nel vostro Paese», e ringrazia «per gli sforzi nel difendere le leggi internazionali che ci proteggono tutti».
La Germania ha un trattato di estradizione con Washington, e la magistratura americana ha da tempo messo formalmente sotto accusa Snowden per violazione delle leggi sullo spionaggio. Ma la risposta a Snowden del ministro tedesco degli Interni, Hans-Peter Friederich, è positiva: «Se Snowden è pronto a parlare alle autorità tedesche - ha detto ieri al berlinese Tagesspiegel - troveremo il modo perché l'incontro abbia luogo».
Ma la polemica sulle operazioni dei servizi segreti si è intensificata anche dentro gli Stati Uniti. Divisioni sono emerse nella stessa amministrazione di Barack Obama e più precisamente tra la Nsa e il dipartimento di Stato. Il direttore dell'agenzia, il generale Keith Alexander, nelle ultime ore ha difeso il proprio operato e quello della Nsa affermando che la richiesta di tenere sotto osservazione leader esteri è arrivata in realtà dalla diplomazia americana, cioè dal dipartimento di Stato. Questo a poche ore di distanza da una presa di posizione opposta del segretario di Stato John Kerry, che si era invece scusato per lo scandalo criticando la Nsa per pratiche di sorveglianza gestite «con il pilota automatico». La Casa Bianca ha ufficialmente negato che Obama fosse al corrente delle attività e ha fatto sapere che la ha fermate non appena scoperte.

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