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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2013 alle ore 19:42.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 12:31.

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Eccole qui, divise per gruppi consiliari, le migliori forchette della Regione Emilia Romagna: dai consiglieri Pdl che in 19 mesi hanno speso 18mila euro a testa per pasteggiare, fino ai più morigerati che ne hanno spesi solo 6mila, quelli del Pd. Con buona pace degli elettori del Movimento 5 Stelle che devono farsi una ragione dell'appetito dei loro rappresentanti in consiglio regionale (due, all'epoca dei fatti in esame: Giovanni Favia, oggi nel gruppo misto, e Andrea Defranceschi), costati 9mila euro a testa.

Sono giorni pesanti, e non basta un alkaseltzer per digerirli, in viale Aldo Moro. Più le indagini della procura di Bologna (condotte dai pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Valter Giovannini) sulle cosiddette 'cene pazze' della gestione Errani da giugno 2010 al 31 dicembre 2011 vanno avanti più si scopre che mangiare a quattro palmenti era costume trasversale: da destra a sinistra - passando per gli irriducibili pentastellati contestatori dello status quo e alfieri dell'esibizione ossessiva degli scontrini - sul mangiare e chiedere i rimborsi attingendo ai fondi regionali a disposizione dei gruppi, erano tutti d'accordo.

Primi in classifica i 12 eletti del Pdl (tra i quali anche l'ex capogruppo Luigi Giuseppe Villani, poi travolto da altre inchieste a Parma, che da solo ha speso 43mila euro in banchetti e tavolate) con 18 mila euro a testa, per un totale di 220mila. Al secondo posto ci sono i colleghi del Carroccio, buone forchette anche loro, con un totale di 53mila da dividere in 4 (tanti sono a sedere nei banchi del consiglio regionale).

Terzi classificati i grillini con 18mila euro in due: non una gran somma, in effetti, non foss'altro che per spiegarla il capogruppo Andrea Defranceschi si sgola a dire che loro pagavano i pranzi anche ai loro dipendenti (a cui in realtà spettano i buoni pasto, ma tant'è). Non che i grillini andassero al ristorante: si limitavano alla bouvette o alla bocciofila o a un chioschetto nel parco retrostante la sede dell'amministrazione.

I più 'tirchi', o forse solo più attenti, erano i 24 consiglieri Pd, che hanno chiesto rimborsi per 6mila euro ciascuno, incidendo sulle casse della Regione per 145mila euro. Sola, eclatante, eccezione, il loro ormai ex capogruppo Marco Monari che di euro per pranzi e cene ne ha spesi 30 mila, 5 volte tanto i suoi colleghi di partito.

Dimessosi ieri da capogruppo, ma non da consigliere, Monari era finito sotto i riflettori anche per un soggiorno di due notti a Venezia nel giugno 2011 costato 1100 euro, ma allo stato attuale non è certo che le notti da sogno all'hotel dei Dogi le abbia trascorse lui o qualcuno dei suoi. Sicuro invece che lui e il consigliere Roberto Montanari siano stati ad Amalfi per due notti nel luglio successivo chiedendo un rimborso per 800 euro.

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