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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2013 alle ore 20:16.
L'ultima modifica è del 04 novembre 2013 alle ore 20:25.

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Le opere sottratte dai nazisti e dai loro alleati prima e durante l'ultimo conflitto mondiale furono milioni in tutta Europa, compresi libri e documenti preziosi (solo in Francia agli ebrei vennero portati via tra i 10 e i 15 milioni di libri!). Di questa immensa razzia vennero recuperate solo alcune migliaia di opere. In Italia, a differenza di altri Paesi, nonostante la strettissima collaborazione tra i gerarchi del regime mussoliniano e i tedeschi (Sa, Ss e Wermacht) che portò in Germania, in Alto Adige e in Austria centinaia di beni culturali (molti archeologici), il recupero di quanto era stato razziato o illegalmente "acquistato", riuscì a salvare in diversi modi moltissimi capolavori. In un colpo solo per esempio vennero riportate dalla Germania in Italia alcune decine di capolavori rinascimentali, di Leonardo, Michelangelo, Masaccio, Botticelli…Tra gli altri, recuperati il Ritratto di Fanciulla e la Danae di Tiziano, La Madonna del Divino Amore di Raffaello, le Fatiche di Ercole di Antonio del Pollaiolo….

Ma soprattutto vennero salvate decine di migliaia di opere d'arte di altissimo valore evitando per pochissimo i furti programmati dai fascisti in combutta con i nazisti. Funzionari pubblici, rappresentanti del clero, singoli cittadini, partigiani e addirittura non pochi militari tedeschi appassionati d'arte, riuscirono infatti a salvare capolavori assoluti. Nel libro di Paola Guidi "Uomini e tecnologie per la protezione dei beni culturali" (editore Ehf, Milano) un capitolo descrive quanti e quali capolavori vennero recuperati e soprattutto chi diede questi contributi.

Il funzionario Rodolfo Siviero (ex agente della polizia segreta fascista poi Ministro plenipotenziario nel dopoguerra, su indicazione di Benedetto Croce) andava a Berlino, prima e durante la guerra, a recuperare i nostri capolavori; venne addirittura catturato e torturato ma riuscì a liberarsi e a salvare quadri di Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Donatello, Poliziano, Perugino, Pollaiolo… Riportando gran parte dei 300 capolavori sottratti agli Uffizi, a Palazzo Pitti e al Bargello. Del quadro botticelliano "Pallade e il Centauro" c'è tra l'altro la documentazione fotografica dell'opera di sottrazione dei tedeschi. Per avere un'idea di quale valore avesse il bottino nazista, basterà un dato: i Botticelli della sala a lui dedicata agli Uffizi erano tra quelli impacchettati e portati via. Siviero e soprattutto i francescani del Convento di Montecarlo, vicino a Firenze, salvarono la famosissima Annunciazione del Beato Angelico che il feldmaresciallo Hermann Goering aveva prenotato per la sua personale collezione. Mentre stavano arrivando le SS del corpo speciale per la razzia di opere d'arte italiane –la Kunstschutz-i frati e personale della Soprintendenza prelevarono –come viene descritto nel libro "Uomini e tecnologie per la protezione dei beni culturali"- il capolavoro, praticamente sotto il naso dei tedeschi, nascondendolo.

Ma la più clamorosa delle operazioni anti-razzia avvenne tra il 1940 e il 1944, grazie ad un Soprintendente di 31 anni di Urbino, Pasquale Rotondi, che, insieme a colleghi e privati cittadini, riuscì a nascondere oltre 10mila opere d'arte provenienti da tutta Italia tra le quali 13 Tiziano (una era la celebre "La tempesta"), 17 Tintoretto, 4 Piero della Francesca, oltre a capolavori di Raffaello, Mantegna, Veronese, Rubens, sottraendole alla sorveglianza di tedeschi e collaboratori fascisti che avevano programmato un grandioso trasferimento. Vennero abilmente nascoste nel castello di Sassocorvaro nelle Marche, nel palazzo dei Principi di Carpegna oltre al Palazzo Ducale di Urbino. Siviero continuava e continuò a lavorare insieme ad un gruppo di esperti militari ottenendo ancora grandi successi con il rientro –spesso avventuroso- di capolavori assoluti della pittura medioevale e rinascimentale, e di sculture come l'Efebo di Selinunte, del Discobolo Lancellotti. Poi, con l'inizio della Guerra fredda, le pressanti richieste del governo italiano a quello tedesco per la definitiva restituzione di centinaia di beni culturali, si interruppero, su discreto intervento degli Stati Uniti e, anzi, le attività di Siviero vennero bloccate…

Sono ancora da recuperare molte opere d'arte delle quali esiste un lungo dettagliato elenco. Ma da quel nucleo di militari, soprattutto finanzieri, che con lui avevano lavorato, uscirono i primi esperti di due diversi corpi, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il Nucleo Tributaria di Roma della Guardia di Finanza per l'archeologia che oggi sono considerati i massimi esperti mondiali in tutela e recupero di beni culturali. Il Comando Carabinieri Tpc, in particolare, con i suoi 300 super investigatori è il corpo di eccellenza mondiale, chiamato da governi, organismi internazionali, e polizie di tutto il mondo per chiedere consigli, aiuto, interventi sul campo anche in nazioni in guerra, e formazione. In 40 anni di attività hanno recuperato oltre 1,4 milioni circa di beni artistici e archeologici sottratti al nostro Paese e ad altri paesi. E grazie anche ad una banca dati sui beni culturali alla quale le Interpol si rivolgono per i traffici illeciti poiché costituisce una fonte unica di informazioni.

Operazioni spesso alla Indiana Jones, che però coniugano elevata cultura, abilità investigative e rapidità di azione. Paesi come la Cina li considerano un modello per riuscire a recuperare i tanti capolavori sottratti…Ad un carabiniere del Comando CC Tutela Patrimonio Culturale, in vacanza nel 2010 a New York, capitò per esempio di intravvedere in una vetrina di una galleria una scultura romana rubata nel 1988. Era esattamente quella della quale aveva visto la foto sulla banca dati del Comando: una memoria fotografica, una banca dati di immediata consultazione e un rapidissimo recupero… E un capolavoro da oltre mezzo milione di euro ritornò così in Italia…

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