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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2013 alle ore 07:38.

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Atene è entrata nel tunnel della tanto temuta deflazione, quel processo che vede calare i prezzi e rinviare gli acquisti dei consumatori in attesa di fare affari migliori nei mesi successivi. Una trappola che il Giappone ha sperimentato per molti anni.

I dati della deflazione in Grecia sono contenuti, nero su bianco, nelle stime della Commissione europea delle previsioni di autunno, secondo cui i prezzi caleranno dell'0,8% nel 2013 e dello 0,4% nel 2014 per salire dello 0,2% nel 2015. «Il calo dei prezzi è dovuto alla debolezza della domanda e all'implementazione della riforma del mercato dei prodotti», ha spiegato il rapporto Ue.

C'è un rischio deflazione anche nel resto della zona Euro? La Grecia sta forse anticipando un problema che con cui avranno a che fare anche gli altri 16 Paesi che hanno adottato la valuta unica? «No - ribattono fonti della Commissione europea a Bruxelles - la Grecia è in una situazione molto particolare. La sua economia sta subendo un importante aggiustamento per recuperare competitività e il calo dei prezzi è parte di questo processo. La Ue non prevede alcuni tipo di deflazione per qualsiasi altro paese dell'Ue nel 2013-15».

Anche il vicepresidente della Commissione e commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha gettato acqua sul fuoco rispondendo a una domanda posta a Bruxelles nel corso della conferenza stampa di presentazione delle previsioni autunnali. Al momento i rischi di deflazione sono «remoti nel breve», ha affermato Rehn ribadendo che «in ogni caso la Bce è pronta ad agire per iniettare liquidità se si prospettasse il rischio».

Rehn, però,non ha glissato completamente e ha citato la stima preliminare di ottobre da parte di Eurostat, secondo cui il caro vita medio ha segnato un netto rallentamento allo 0,7% su base annua, dal più 1,1 per cento di settembre. «Un dato che è sintomo della debolezza di domanda che permane soprattutto in alcuni paesi del sud Europa, un dato che fa parte di un processo di aggiustamento macroeconomico per riaggiustare gli squilibri», ha affermato Rehn.

Infatti la commissione europea prevede una inflazione all'1,5 per cento nel 2014 e all'1,4 per cento nel 2015. Inoltre va notato che la Bce ha come obiettivo ufficiale quello di tenere l'inflazione «inferiore ma prossima al 2 per cento annuo sul medio termine», ossia la media di 18-24 mesi. Giovedì tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce, che dal maggio scorso tiene i tassi di interesse al minimo storico dello 0,50 per cento. Ma che dopo gli ultimi segnali di debolezza europei Francoforte potrebbe decidere di ridurre i tassi o dare nuova liquidità alle banche con un nuovo LTRO. Peraltro lo stesso eurocommissario Rehn ha ricordato che di recente il presidente della, Bce Mario Draghi, ha ripetutamente assicurato che l'istituzione è «pronta ad agire», in caso di necessità, anche immettendo nel sistema economico altre liquidità supplementari.

TENSIONI AD ATENE PER LA TROIKA - Intanto sono ripartiti martedì, in mezzo a forti proteste di piazza, i negoziati fra governo greco e troika (Ue-Bce-Fmi) sul bilancio 2014. Al centro delle trattative fra i rappresentanti internazionali e il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, il pacchetto di riforme e privatizzazioni che la Grecia deve attuare per garantirsi l'erogazione della nuova tranche di aiuti per un miliardo di euro. Dopo l'incontro con Stournaras, è in calendario un confronto con il responsabile del lavoro Yiannis Vroutsis per discutere sulla situazione dei fondi pensionistici, i cui deficit pesano sul bilancio pubblico.

I colloqui si svolgono in uno scenario di forte tensione, testimoniata dal lancio di monete contro il rappresentante del Fondo Monetario da parte di un manifestante, subito arrestato dalla polizia. In un'intervista alla tv privata Mega il premier Antonis Samaras ha sottolineato come il confronto con la troika sia «un negoziato e non una guerra» ma ha anche ribadito che la Grecia e i suoi cittadini non possono sopportare altri sacrifici.
La ripresa dei colloqui cade alla vigilia dello sciopero nazionale dei trasporti proclamato dai sindacati del settore pubblico e privato.

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