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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 09:00.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 09:01.

I detenuti che hanno sofferto una carcerazione inumana e degradante a causa del sovraffollamento potranno avere uno "sconto" sulla durata della loro condanna, proporzionale al periodo sofferto. È una delle misure annunciate a Strasburgo dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per dare esecuzione alla sentenza della Corte dei diritti dell'uomo (Torreggiani) che ha condannato l'Italia per trattanenti inumani e degradanti. Una condanna che, al di là della gravità sul piano del rispetto dei diritti umani, potrebbe "costare" al nostro paese 60 milioni di euro oltre all'intasamento della stessa Corte per i ricorsi dei detenuti, che, a miglia, arrivano a Strasburgo.
Lo "sconto" sulla pena è una misura «compensativa eccezionale» prevista in un pacchetto più ampio, che si articola su tre «linee». Alcune, urgenti, da approvare con decreto legge, altre con disegno di legge, altre ancora di natura amministrativa e, infine, quelle di natura edilizia. Misure da varare, nelle intenzioni originarie del ministro, già al rientro da Strasburgo in un immediato Consiglio dei ministri, slittato però a causa della vicenda-Ligresti, delle polemiche che ne sono seguite, delle comunicazioni del guardasigilli a Senato e Camera e, infine, dell'operazione alla spalla che Cancellieri dovrà affrontare giovedì 7 novembre.
Nell'incontro con il segretario generale del Consiglio, il norvegese Thorbjorn Jagland, Cancellieri ha esordito riconoscendo l'importanza del ruolo del Consiglio d'europa e confermando il «forte impegno dell'Italia» nel dare esecuzione alla sentenza «Torreggiani» che ci ha dato fino a maggio 2014 per risolvere il problema sovraffollamento. Quella sentenza è stata colta come «un'opportunità» dall'Italia per un ripensamento delle condizoni detentive, ha assicurato il ministro, ricordando che il presidente della Repubblica ha inviato alle Camere un messaggio in cui il carcere è considerato questione di «assoluta rilevanza nazionale».
Quindi è passata a illustrare il suo "piano":
PRIMA LINEA
E' quella delle modifiche legislative. Annzitutto quelle già adottate con il recente decreto legge per ridurre i flussi di ingresso al carcere e rendere più fluido il ricorso a misure alternative. Questo provvedimento, insieme alle misure precedenti, ha ridotto già la pololazione carceraria: i 69mila detenuti del 2010 sono diventati i 64.564 di oggi. È sceso anche il numero delle persone in custodia cautelare: 12.348 quelli in attesa del primo grado, 6.355 in attesa dell'appello e 4.387 che aspettano la Cassazione. In totale 24.744 detenuti rispetto ai 30.549 del 2009 (con una riduzione del 25%). Negli ultimi mesi, poi, i flussi si sono ridotti del 40%.
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