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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 09:00.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 09:01.

Ma Cancellieri ha ammesso che per risolvere il problema bisogna fare i conti con due realtà del carcere: tossicodipendenti e stranieri. I primi sono 23.094, di cui più di 14mila in esecuzione di pena definitiva. I secondi sono 22.812 e provengono da 128 paesi diversi. La crescita della popolazione carceraria negli ultimi 15 anni è dovuta in massima parte alla crescita della presenza degli stranieri, che ormai sono il 35% del totale dei detenuti.
Di qui le nuove misure del governo. Con decreto legge (salvo ripensamenti o ridimensionamenti del perimetro del provvedimento d'urgenza), Cancellieri intende proporre:
1) per i tossicodipendenti un reato autonomo e di minore gravità, che già la legge definisce di lieve entità, con una sanzione più bassa. Oggi è di 6 anni, ma scenderanno a 5 (dovevano essere 4 ma sembra che il ministro sia stata stoppata da Quirinale, che ha suggerito cautela)
2) per gli stranieri un sistema per facilitare il rimpatrio, attraverso una misura alternativa specifica che sostituisca gli ultimi tre anni di carcere con l'allontanamento dal territorio nazionale e la «presa in carico» dello straniero per favorirne il rientro e reinserimento in patria. È ovviamente una misura economicamente onerosa, ma al ministero sostengono che lo sia meno dei risarcimenti che l'Italia dovrebbe pagare
3) di aumentare a due anni il residuo pena da scontare in detenzione domiciliare (oggi è di 18 mesi)
4) di trasferire al giudice collegiale le decisioni sulla custodia cautelare, per una maggiore ponderazione dei presupposti che la giustificano
5) di aumentare, eccezionalmente per due anni, da 45 a 60 i giorni di liberazione anticipata per ogni sei mesi di buona condotta
Quanto al potenziamento delle misure alternative, il governo punta sul ddl sulla messa alla prova, anche attraverso condotte riparatorie del danno, che è già all'esame del Parlamento
E poi c'è il rimedio compensatorio per chi ha sofferto il sovraffollanento. Il meccanismo va ancora messo a punto ma dovrebbe essere questo: se Tizio denuncia di aver sofferto 1 anno in condizioni disumane, sarà la Corte d'appello a chiedere all'Amministrazione penitenziaria di dimostrare il contrario; se si accerta, ad esempio, che il 20% di quel periodo è stato effettivamente "sofferto", il detenuto avrà uno sconto di pena del 20% del periodo denunciato, quindi circa 35 giorni in meno di carcere. Questa misura verrebbe presa con un ddl.
SECONDA LINEA
Riguarda il fronte amministrativo ma non è meno importante: cambia il carcere per i detenuti di media e bassa sicurezza, che poi sono i "clienti abituali del carcere", ben 52.373 su 64mila. La bussola di questo nuovo regime saranno nient'altro che le Regole penitenziarie europee come esplicitate nella Raccomandazione n. 2 del 2006: una detenzione aperta all'interno del muro di cinta, in cui le celle sono "camere di pernottamento", cioè solo per dormire e non per trascorrere la giornata. In sostanza, per almeno otto ore al giorno si sta fuori dalle celle: oggi è così per il 29% dei detenuti, ma entro aprile 2014 saranno il 74%. Il tempo trascorso fuori dalle celle dovrà essere "operativo" (lavoro, attività ricreative, studio). Maggiore impulso dovrà essere dato al lavoro, anche di pubblica utilità. Inoltre, verranno aumentati i contatti con il mondo esterno per facilitare soprattutto quelli con parenti e figli (previsti anche interi week end insieme, schede telefoniche, contatti skype). Per garantire la sicurezza è ormai in atto, sempre più, un sistena di "vigilanza dinamica" di tutto il personale.
TERZA LINEA
Prevede il potenziamento delle strutture, sia quelle esistenti (con ristrutturazioni e menutenzioni) sia quelle nuove, sebbene, ha ricordato Cancellieri, lo stesso Consiglio d'Europa abbia osservato che costruire più carceri «non offre soluzioni di lungo periodo al problema» tant'è che ha invitato i Paesi a depenalizzare e a incrementare le misure alternative. Il piano di ritrutturazione già in atto, ha ricordato il ministro, porterà 2000 posti in più entro dicembre e 4500 entro maggio 2014. Considerato però che i posti regolamentari sono solo sulla carta 47mila (in realtà molto meno), i nuovi posti branda serviranno, di fatto, solo a rendere veritiero il dato ufficiale.
La Cancellieri ha ricordato al Segretario generale che l'Italia deve fare i conti anche con la criminalità organizzata e anche se i ristretti a questo titolo sono solo 9.000 si tratta di persone per le quali bisogna evitare contatti con altri detenuti e predisporre misure di sicurezza particolari. Tra l'altro, ben 5000 dei detenuti in custodia cautelare appartengono alla criminalità mafiosa.
Infine il ministro ha toccato il tema dell'eccessiva durata dei processi, altro tallone d'Achille dell'Italia, di cui parlerà diffusamente oggi con il presidente della Corte, il lussemburghese Dean Spielmann.
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