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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2013 alle ore 06:39.
Ma nel momento in cui fu istituito il premio Nobel, nel 1901, la necessità di usare questo termine per distinguere la vera scienza dalle pratiche degli impostori cominciava già a venire meno. Anche "scienza astronomica" e "scienza ipnotica" scomparvero quasi completamente con l'avanzare del XX secolo, forse perché la fede nell'occulto è andata perdendo peso e rispettabilità.
I detrattori delle "scienze economiche" a volte alludono allo sviluppo di una "pseudoscienza" economica, che utilizza gli orpelli della scienza, come i calcoli matematici complessi, ma solo per gettare fumo negli occhi. Per esempio, nel suo libro del 2004 Giocati dal caso: il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita, Nassim Nicholas Taleb ha detto, a proposito dell'economia: «Uno può mascherare la ciarlataneria sotto il peso delle equazioni e nessuno lo sbugiarderà mai, perché non esiste niente di paragonabile a un esperimento controllato».
Anche la fisica ha i suoi detrattori. Nel suo libro del 2004 L'universo senza stringhe: fortuna di una teoria e turbamenti della scienza, Lee Smolin rimproverava ai fisici di lasciarsi sedurre da teorie belle ed eleganti (in particolare la teoria delle stringhe), invece di concentrarsi su quelle verificabili con esperimenti. Anche Peter Woit, nel suo libro del 2007 Neanche sbagliata: il fallimento della teoria delle stringhe e la corsa all'unificazione delle leggi della fisica, incolpava i fisici di commettere più o meno lo stesso peccato di cui sono accusati gli economisti matematici.
Sono convinto che l'economia sia un po' più esposta delle scienze fisiche al rischio di modelli la cui validità resterà sempre incerta, perché la necessità di approssimazione è molto più alta che nelle scienze fisiche, specialmente se si considera che i modelli degli economisti descrivono persone, non risonanze magnetiche o particelle elementari. Le persone possono cambiare idea e comportarsi in modo completamente diverso. Le persone hanno nevrosi e problemi di identità, fenomeni complessi che gli economisti comportamentali considerano rilevanti per comprendere i risultati economici.
Ma non tutta la matematica che si usa in economia è ciarlataneria, come lascia intendere Taleb. L'economia ha un aspetto quantitativo importante, che non si può eludere: la sfida è combinare le intuizioni matematiche con il genere di aggiustamenti necessari per far combaciare i modelli economici con l'elemento irriducibilmente umano della nostra disciplina.
Il progresso dell'economia comportamentale non è in contrasto con l'economia matematica, come qualcuno sembra pensare, anche se forse è in contrasto con certi modelli economici matematici attualmente in voga. E anche se l'economia ha problemi metodologici specifici, le sfide di base che i ricercatori devono affrontare in fondo non sono diverse da quelle dei ricercatori di altri campi del sapere. Man mano che si svilupperà, allargando il suo repertorio di metodi e fonti di prova, la scienza economica diventerà più forte e i ciarlatani saranno rivelati come tali.
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(Traduzione di Fabio Galimberti)