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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2013 alle ore 13:32.

Quando però alla fine del 2011 la stella dei Ligresti comincia a tramontare e appare chiaro che il loro potere sta per scricchiolare, Giannini cambia atteggiamento e per «occultare il fatto di aver omesso di svolgere al propria doverosa vigilanza su Fonsai» e per «conseguire l'impunità» dai reati di abuso d'ufficio e di corruzione, il 18 aprile 2012 denuncia alla procura di Milano che dall'ispezione dell'Isvap terminata il 29 settembre 2011 era emerso che Ligresti aveva occultato all'Isvap elementi importanti sulle riserve sinistri con riflessi sul bilanci 2010. Insomma, Giannini indicava che gli amministratori di Fondiaria-Sai - scrivono i pm - «avrebbero occultato all'Istituto gli scorretti criteri di formazione della riserva sinistri Rc auto che si sono riflessi sul bilancio di esercizio 2010 e così veicolato all'autorità una non compiuta informazione sulle reali condizioni economiche della società, ciò incidendo sia sulla tempestività degli interventi di vigilanza, sia sul processo decisionale della medesima autorità in ordine alla considerazione, anche in termini meramente ipotetici, delle più opportune misure da adottare, a fronte della reale situazione aziendale, nel perseguimento della sana e prudente gestione della società stessa».

Inoltre, il 21 marzo 2012, Giannini aveva già segnalato con una nota alla magistratura che «a quella data era emerso che sulla base della valutazione del contratto 20 ottobre 2003 concluso tra la Fondiaria-Sai e Salvatore Ligresti, tacitamente rinnovabile, la società vigilata aveva pagato a Ligresti complessivi 28 milioni di euro tra il 2003 e il 2010, erogazione anomala e indebita perché la proroga contrattuale non era stata specificatamente valutata dal cda» e perché «l'importo delle erogazioni successive alla prima era contrattualmente indeterminato» ed «era difficile percepire il contenuto della prestazione». Giannini, dunque, scarica Ligresti ma è questa denuncia a far scattare per lui il reato di calunnia nei confronti dello stesso Ligresti. L'ex presidente dell'Isvap, scrivono infatti i pm, «incolpava» del reato di ostacolo all'attività dell'organismo di vigilanza sulle assicurazioni gli allora amministratori di Fonsai «sapendoli innocenti», quando invece fu lui stesso, tra il 2002 e l'agosto del 2010, a disporre «che l'Isvap non effettuasse alcuna ispezione» sul gruppo se non «tardivamente nell'ottobre 2010».

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