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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2013 alle ore 07:36.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 10:42.

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PORTO TORRES - Tira brutta aria a Porto Torres. Incendiate le automobili di tre assessori, più quella del figlio del delegato del sindaco, Beniamino Scarpa, al Parco dell'Asinara. Appiccato il fuoco a uno dei trenini di una delle tante aziendine che nell'isola gestiscono una serie di piccole attività economiche: charter a vela, trasporto su jeep (del quale si occupano 15 ragazzi frantumati in ben dieci società diverse), chioschi e ristoranti.

La coesione sociale dell'ex Stalingrado sarda è un ricordo lontano. I veleni, complice una crisi economica pesantissima, alimentano altri veleni. Nessuno è indenne, tantomeno il nuovo sindaco ed ex assessore regionale alla Cultura, un avvocato brillante e pieno di idee che nelle convulsioni della seconda repubblica ha cambiato qualche partito di troppo. Scarpa è preoccupato: «Mia moglie vuole che tenga la pistola in casa. Dopo gli attentati non ho avuto neppure il piacere di ricevere la solidarietà del prefetto di Sassari».
I tempi sono quelli che sono. Ma all'Asinara, complice il coordinamento della Conservatoria delle coste e del pragmatismo dell'assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi, qualcosa si muove. Dopo anni di immobilismo, sono stati messi a bando sette attività commerciali su stabili demaniali, tra i quali l'affitto degli immobili che ospiteranno la locanda del turista (sei camere), il panificio, la gelateria, un laboratorio artigianale, l'albergo da 40 posti letto, che si somma all'ostello già esistente, il centro velico. Il controvalore è di 500 euro al mese per cento metri quadrati.

L'isola nella quale Giovanni Falcone e Paolo Borsellino istruirono il maxiprocesso alla mafia siciliana, insomma, tornerà finalmente a vivere. «C'è stata una risposta positiva – conferma Alessio Satta, direttore delle Conservatorie – sono arrivate oltre una dozzina di domande da parte di soggetti giuridici, tutti del nord Sardegna». Tra gennaio e febbraio ci sarà la proclamazione dei vincitori. Ma i punti dolenti rimangono la deriva barbaricina, dove gli attentati agli amministratori sono all'ordine del giorno, e l'ostinata contrarietà dei giovani imprenditori a qualsiasi forma di collaborazione. Dice il sindaco Scarpa: «Noi li abbiamo spinti in ogni modo a riunirsi in consorzio in vista degli investimenti all'Asinara, ma ci hanno risposto picche».
Il parco nazionale dell'Asinara è presieduto da un avvocato cassazionista di Castelsardo, il settantaduenne Pasqualino Federici, ex consigliere regionale ed ex senatore del Pdl, nominato dall'ex ministro Stefania Prestigiacomo.

Domanda che molti si pongono: non sarebbe stato meglio un curriculum più coerente con un ruolo così strategico? Risponde il sindaco: «Il bello per l'Asinara viene adesso. L'ente parco ha solo sette dipendenti e nell'isola, che ha una superficie di 52 chilometri quadrati, manca persino l'acqua corrente. Cagliari ha stanziato 65 milioni per contenere gli effetti devastanti della deindustrializzazione a Porto Torres. Metà di quei fondi saranno destinati all'isola che ospitò il supercarcere, considerata a ragione motore di sviluppo».

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