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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2013 alle ore 13:12.

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L'Italia non potrà chiedere alla Commissione Ue di fare uso della "clausola sugli investimenti" del Patto di Stabilità nel 2014, «così come previsto previsioni di autunno del 2013, perché non rispetta la condizione del debito publico in discesa a un ritmo soddisfacente». Di che si tratta? Di un jolly, di uno "sconto" sul deficit pari allo 0,3% del Pil. Ovvero 4,8 miliardi di euro di cofinanziamenti nazionali – per fondi strutturali, reti transeuropee di trasporti e tlc – che potrebbero essere scomputati dal saldo di bilancio ai fini del Patto di stabilità e di crescita.

È una doccia fredda che il Governo italiano non si aspettava, dato che si parlava di investimeni cofinanziati dalla Ue per una cifra di 4,8 miliardi di euro. Ma le pagelle europee (usate per la prima volta) hanno bloccato la clausola di investimenti che permetteva di non contabilizzarli nel deficit del 3%. Una sorta di "golden rule" limitata nel tempo e dal fatto che gli investimenti siano cofinanziati dalla Ue.

Pronta la reazione di Roma e del ministero dell'Economia: La Commissione Ue «non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal Governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione». E' quanto evidenzia il Mef dopo i rilievi di Bruxelles sulla legge di stabilità.

Ma intanto che succede? È la fine della possibilità di usare la clausola? No, perché la clausola «può essere attivata nel caso in cui siano rispetti gli obiettivi di deficit e debito, e l'Italia ha rispettato gli impegni di deficit ma non quelli di debito». Così il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, nella conferenza stampa di presentazione delle opinioni sui progetti di legge di stabilità 2014 dei paesi dell'Eurozona. In altri termini Rehn dice che se la spending review di Carlo Cottarelli (appena arrivato a Roma dopo aver la vorato all'Fmi), avrà successo, tagliando la spesa e riducendo il dibeto, l'Italia avrà di nuovo la possibilità di usare la clausola di investimenti.

Rehn ha anche quantificato lo sforzo che deve fare l'Italia: «L'Italia deve fare sufficienti progressi verso l'obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio, ndr), riducendo il debito l'anno prossimo assicurando un aggiustamento strutturale di almeno 0,5% del Pil». Rehn ha aggiunto: «Lo dico con molta simpatia, ma ogni giorno quest'anno, così come l'anno scorso, è politicamente delicato in Italia. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro indicando la strada verso conti sostenibili».

Insomma c'è il rischio che la Legge di Stabilità, almeno nella sua versione attuale, non rispetti le regole del Patto di stabilità europeo nel 2014, in particolare a causa dell'andamento del debito pubblico, che non rispetta il "benchmark" di riduzione a un ritmo soddisfacente. Lo afferma la Commissione europea nella parte relativa all'Italia del suo rapporto con le opinioni sulle bozza di bilancio degli Stati membri, pubblico oggi a Bruxelles, nell'ambito del "Semestre europeo".

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