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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2013 alle ore 10:59.

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Nella foto un Mikoyan Mig29 (AFP Photo)Nella foto un Mikoyan Mig29 (AFP Photo)

Una svolta che ha il sapore del “dejà vu” quella che sembra configurarsi dopo la visita al Cairo dei ministri degli Esteri e della Difesa russi  Sergey Lavrov e Sergey Shoigu che negli incontri con il ministro della Difesa e capo delle forze armate (e uomo forte del governo egiziano) Abdel Fattah al-Sissi hanno discusso di “cooperazione militare".  Come anticipato dal Sole 24 Ore, la decisione di Washington di limitare l’appoggio ai militari del Cairo che hanno sostenuto le forze laiche rovesciando il governo dei Fratelli Musulmani ha influito pesantemente sulla nuova intesa russo-egiziana nel settore militare. La sospensione degli aiuti militari statunitensi, pari a 1,3 miliardi di dollari annui e relativi a numerosi sistemi d’arma moderni quali i jet F-16 e gli elicotteri da attacco Apache delle ultime versioni, hanno indotto i generali egiziani a correre ai ripari puntando quanto meno a diversificare le fonti di approvvigionamento militare per non rischiare la paralisi militare in caso di dissidi con Washington.

Dopo 30 anni di forniture statunitensi l’Egitto si appresta quindi a rivolgersi di nuovo a Mosca, come fece nell’era Nasser e fino al conflitto arabo-israeliano  dello Yom Kippur del 1973. I dettagli circa gli accordi in discussione con Mosca sono stati forniti solo in parte dal ministro degli Esteri egiziano, Nabil Fahny, che ai microfoni della televisione di Stato russa "RT Television" ha parlato di un cifra 4 miliardi di dollari messi a disposizione dal governo per l'aggiornamento e l'acquisto di nuovi mezzi per le forze armate. Fahny aveva dichiarato di voler dare al suo Paese "nuove opzioni" dopo il parziale congelamento a ottobre degli aiuti statunitensi mentre più esplicito del ministro è stato Mikhail Zavaili portavoce di Rosboboronexport, la società statale russa che si occupa dell'esportazione di armamenti, secondo il quale gli egiziani vorrebbero acquistare elicotteri, cacciabombardieri e sistemi di difesa anti-aerea. Secondo il quotidiano Vedomosti, che cita affari per un valore di 2/4 miliardi di dollari, la proposta russa riguarda la vendita di caccia Mig-29M/M2 (alternativi agli F-16 più moderni la cui consegna è stata bloccata da Washington), sistemi mobili di difesa anti-aerea e antimissili Pantsyr e missili anti-carro Kornet. Fonti del settore riportate dalla testata russa sostengono che le forniture verrebbero finanziate dall'Arabia Saudita (grande sponsor insieme agli altri emirati del Golfo del nuovo governo egiziano) malgrado tra Riad e Mosca  vi siano forti attriti per il sostegno fornito dai russi al regime siriano. Del resto anche l’attuale governo egiziano è filo Assad (a differenza di quello di Mohamed Morsi che appoggiava  i ribelli siriani) fautore come al-Sissi della laicità dello Stato e delle forze armate.  A sottolineare il differente atteggiamento di Mosca rispetto a Washington, Lavrov ha tenuto a ribadire che "la Russia è contro qualsiasi ingerenza negli affari interni e rispetta la sovranità dell'Egitto e il diritto del popolo egiziano a decidere il suo futuro".

L’ingombrante e spesso contraddittorio ruolo degli Stati Uniti nella cosiddetta “primavera araba” sta favorendo il consolidamento dell’export militare russo in Medio Oriente e Nord Africa. L’anno scorso l’Iraq ha ordinato a Mosca 4,2 miliardi di dollari di armi inclusi elicotteri da attacco che gli Stati Uniti si rifiutavano di vendere a Baghdad  mentre l’Algeria ha posto ordini per oltre 7,5 miliardi di dollari.

La stampa egiziana ha definito la visita della delegazione ministeriale russa un “incontro storico" sottolineato dalla visita di sei giorni al porto di Alessandria dell'incrociatore lanciamissili Varyag (guarda il video) , prima visita di una nave russa in un porto egiziano dal 1992 che potrebbe però preannunciare una presenza più stabile della flotta russa nei pressi del Canale di Suez.
Il gruppo di lavoro che verrà istituito in base agli accordi di cooperazione blaterale si occuperà infatti di molti settori inclusa l'organizzazione di esercitazioni congiunte anti- terrorismo e anti- pirateria e la possibilità di portare una presenza stabile della Marina militare russa nel porto di Alessandria. La flotta di Mosca ha già una base nel Mediterraneo nel porto siriano di Tartus.

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